Due 'maestre del bosco': Puo' essere occasione per cambiamento
(DIRE - Notiziario settimanale Scuola) Roma, 11 mag. - Tra le varie soluzioni ipotizzate in questi giorni da chi sta progettando la riapertura delle scuole a settembre, c'e' anche quella di riprendere le attivita' all'aperto, per ridurre i rischi del contagio tra i banchi. Ma chi da anni si occupa di integrare la didattica con la natura, frena su un'estensione del modello a tutte le scuole. "Servono competenze specifiche e zone all'aperto sicure, che abbiano dei servizi- commenta a diregiovani.it la 'maestra del bosco' Tiziana Boccanera- e' vero che gli spazi esterni favoriscono il distanziamento sociale, perche' i bambini possono giocare liberamente e sono incuriositi dagli stimoli che hanno attorno, ma e' una modalita' didattica che non si puo' improvvisare".
L'attivita' di Tiziana e' iniziata diversi anni fa, quando insieme a Valentina Pagliai ha dato inizio a un progetto didattico nel parco della Cellulosa, a Roma, coinvolgendo una scuola materna una volta a settimana, per un anno. Il progetto e' cresciuto, ed oggi si svolge in contesti diversi, coinvolgendo bambini di eta' differenti. "Manteniamo lo stesso orario scolastico, ma declinato nella dimensione del bosco- spiega Valentina- il meteo non ci ferma, ma in caso di perturbazioni sfruttiamo le aree attrezzate portando la natura al chiuso. Le attivita' che svolgiamo sono per lo piu' laboratoriali, anche se quando si sta all'aperto anche fare un sentiero o camminare su un prato e' un'occasione di crescita. Gli stimoli che ti da' la natura permettono di sperimentare limiti fisici e paure dei piu' piccoli, e offrono momenti preziosi".
Fare scuola nel bosco, quindi, non vuol dire traslare le attivita' che si svolgono in classe all'aperto. Per questo, secondo le maestre, c'e' bisogno di una preparazione adeguata.
"Si puo' partire da una mappatura delle aree verdi attrezzate, non tutte sono sicure per i bambini- suggerisce Tiziana- poi serve una formazione specifica per le insegnanti: all'aperto i comportamenti dei bambini sono imprevedibili".
Ma per chi da anni si occupa di didattica all'aperto, questa riflessione non puo' che essere positiva. "Siamo convinte che l'impostazione della scuola di oggi sia sbagliata, non idonea alla crescita e allo sviluppo di un bambino, ma ci dispiace che questa modalita' sia emersa solo ora, con la crisi sanitaria- conclude Valentina- Spero che portare i bambini all'aperto non sia fargli fare le stesse attivita' che si facevano in aula.
Portarli fuori vorrebbe dire cambiare tutta la didattica. Scuola nel bosco non e' stare nel cortile della scuola".
(Red/Dire)