"Non si puo' tornare a didattica pre-covid, serve cambiamento"
(DIRE - Notiziario settimanale Scuola) Roma, 7 dic. - "Sono felice del fatto che ci sia attenzione al mondo della scuola. Ci voleva la pandemia e poi la chiusura per far capire quanto la scuola sia importante e desiderata anche dai nostri studenti. Ma il dibattito deve essere costruttivo. Il Paese si aspetta una scuola di qualita' e per averla bisogna investire". Lo ha detto la ministra dell'Istruzione, Lucia Azzolina, intervenuta al convegno annuale dell'Anp (Associazione dirigenti pubblici della scuola).
La ministra ha poi aggiunto che "non si potra' piu' tornare alla scuola pre-Covid", e che quando si tornera' in presenza, la didattica digitale continuera' ad avere un ruolo importante. "Non possiamo piu' pensare di avere lezioni frontali, quel modello e' ormai passato: abbiamo bisogno di una didattica innovativa".
Azzolina ha poi parlato della sua esperienza di insegnante, iniziata quando aveva 26 anni, e del ruolo che dovrebbero avere i docenti in una scuola moderna: "L'insegnante deve saper coinvolgere e appassionare i ragazzi. Se riesce a farlo, puo' cambiare la vita ad ogni singolo studente".
"I docenti devono considerare le individualita' degli alunni- ha osservato- e trattarli come persone irripetibili. Fare tutto questo se hai 30 individualita' in una classe non e' facile, ma e' questo che chiedono gli studenti: essere protagonisti dell'apprendimento, non studiare la paginetta. La missione dell'insegnante e' questo: far si' che tutto cio' che si insegni sia interiorizzato".
Generazione Covid? No, i ragazzi di oggi sono una "generazione fortissima, come l'ha definita Liliana Segre. Non sono bamboccioni, come sono stati chiamati in passato: i nostri studenti sono eccezionali". Ha proseguito la ministra dell'Istruzione.
"I giovani in questo Paese vengono sempre umiliati, mentre e' su di loro che si dovrebbe fare l'investimento piu' importante- ha spiegato- Quando li incontro mi rendo conto che spesso hanno piu' saggezza di noi adulti e riescono a fare proposte auspicabili e raggiungibili. Il Paese ha sbagliato e sta sbagliando nell'atteggiamento verso i giovani che oggi stanno chiedendo di studiare, portando i loro banchi fuori dalle scuole. Credo che il mondo degli adulti dovrebbe ascoltarli e prenderli come esempio. Io sono con loro e vorrei tanto che il Paese puntasse sui giovani per il futuro", ha concluso la ministra.
(Red/Dire)