Roma, 6 mag. - "L'incontro di oggi e' frutto di un percorso iniziato nella nostra scuola dopo i tragici eventi del ponte Morandi. La nostra scuola dista poche centinaia di metri dal ponte. Per questo abbiamo avviato una riflessione sul bene comune. L'incontro di oggi e' quindi per noi importante perche' ci permette di incontrare una fondamentale istituzione del nostro paese". Cosi' il dirigente scolastico del liceo 'Mazzini' di Genova Mario Predieri ha aperto l'incontro con Marta Cartabia, vicepresidente della Corte costituzionale, prima che una formazione di studenti suonasse l'inno di Mameli.
Circa 170 studenti del quinto anno provenienti da tutti i plessi del liceo 'Mazzini', storico istituto di istruzione superiore genovese sorto nel territorio di Sampierdarena, si sono riuniti in aula magna per partecipare a questo appuntamento organizzato nell'ambito del progetto "Viaggio in Italia: la Corte costituzionale nelle scuole".
"Questo e' il terzo incontro della corte in Liguria. L'anno scorso ne ha fatti due in due diversi istituti. Ma in realta' noi abbiamo la corte dentro le aule tutti i giorni, a partire da quelle sentenze importanti che hanno avuto un impatto sulla scuola. Percio' invito i docenti a far studiare non solo la carta costituzionale ma anche alcune importanti sentenze", ha affermato Loris Perotti, direttore dell'ufficio scolastico regionale della Liguria, per ringraziare la vicepresidente Cartabia del grande onore riservato alla scuola.
"Dovunque e' morto un italiano per riscattare la liberta' e la dignita', andate li' o giovani col pensiero, li' e' nata la nostra costituzione". Cosi' esclamava Piero Calamandrei in un suo celebre discorso del 1955. Queste stesse parole, riprodotte in un video di presentazione della Corte costituzionale, hanno preceduto l'intervento di Marta Cartabia, tutto incentrato sulla parola 'rispetto'. Ogni giudice della corte ha infatti scelto una parola chiave intorno a cui costruire una riflessione da proporre ai ragazzi delle scuole.
"Rispettare una regola significa innanzitutto rispettare l'altro col quale io convivo. Ma, come dice la Costituzione, le regole devono rispettare la persona. Il fine ultimo e' la dignita' della persona e per questo ci sono giudici e corti che vigilano su questo", ha detto la vicepresidente Cartabia, subito prima che due studenti del liceo esponessero alla platea di coetanei una propria riflessione sui temi di giustizia e diritti nata dalla lettura del libro scritto da Marta Cartabia con Luciano Violante 'Giustizia e mito': "Un giusto giudizio nasce solo dalla vera comprensione del mondo. Il rispetto significa riconoscere chi ci sta di fronte ed e' il contrario della tracotanza perche' significa esitare di fronte al mistero dell'altro".
"Siete stati bravissimi- ha subito commentato Cartabia- io aggiungero' solo qualche spunto alle vostre considerazioni. Cosi' come la tragedia greca che voi avete evocato, anche la nostra costituzione ha un contenuto dal valore inesauribile che sa parlare all'uomo di ieri come all'uomo del 2020 perche' trattiene cio' che vale nel tempo. Qualcosa che ha da dire al nostro tempo. Una energia di reiterazione, come una capacita' di riprodursi sempre come qualcosa di nuovo. La nostra Costituzione non ha ancora esaurito la sua forza propulsiva".
LE DOMANDE DEI RAGAZZI "Le istituzioni, la Corte, sono decisive, ma il rispetto dell'altro dipende da noi. La dignita' dell'altro dipende dai gesti e dalle parole che ciascuno noi, anche sui social, mette in atto e pronuncia". Cosi' la vicepresidente della Corte costituzionale Marta Cartabia ha risposto a una delle tante domande dei ragazzi.
"Perche' oggi i principi della Costituzione vengono sentiti distanti? Cosa possiamo fare noi giovani?" Ha chiesto Elena, studentessa della scuola. "Impariamo a riflettere sull'esperienza. Non ci fa paura l'errore perche' dall'errore si puo' imparare", ha risposto Cartabia.
"Io mentre parlava delle leggi razziali non riuscivo a togliermi dalla testa il decreto sicurezza. Ma so che non potra' dirmi niente", ha dichiarato un altro ragazzo che poi ha chiesto: "cosa pensa dei sindaci che si dichiarano a favore della chiusura dei porti?". Due considerazioni a cui la vicepresidente non ha potuto rispondere per ragioni di opportunita', dato che il testo di legge e' all'esame della Corte, ma a cui non ha voluto comunque sottrarsi sollecitando lo studente a tornare sulla lettura dell'Antigone: "quando ci sono posizioni estreme c'e' distruzione per tutti nella citta', e' questo il vero messaggio di quel mito. L'Antigone e' un inno all'ascolto delle ragioni dell'altro".
Uguaglianza, meritocrazia e l'esigenza di un equilibro e' invece il tema su cui si esprime un altro studente. Mettere insieme gli opposti, conciliare e mitigare, come compito della Corte costituzionale e' la risposta della vicepresidente Cartabia.
Su social network, uso e abuso e rispetto della persona la vicepresidente si sofferma: "sono strumenti eccezionali, guai demonizzarli, ma non comportano di per se' un avanzamento morale e sociale. Lo stesso discorso di faceva per l'energia nucleare, la tv. Tutto cio' che e' nuovo comporta uno sconvolgimento, con costi e benefici. Secondo me il problema e' che abbiamo l'impressione di avere il mondo tra le mani ma non siamo abbastanza consapevoli che invece i social sono sola una finestra sul mondo, uno spicchio che per effetto degli algoritmi e' quello che ci assomiglia di piu'. E poi c'e' il problema della profilazione e della raccolta dati, con impatto anche sulle nostre liberta' politiche. Percio' usate tutto ma con senso critico: quello che vi arriva puo' essere disinformazione, controllate, confrontatevi, verificate. Aprite gli occhi e le orecchie", ha concluso Cartabia.
Infine due studenti sono intervenuti sul problema dell'apologia del fascismo richiamando le scelte del ministro Salvini per il 25 aprile. Un argomento di attualita' politica su cui la vicepresidente non ha espresso commenti se non per precisare che la Corte puo' esprimersi solamente sulla legittimita' costituzionale di una legge qualora certi orientamenti propri del discorso politico entrino in una legge. Altrimenti vige la liberta' di pensiero: "anziche' tappare la bocca agli altri, aprite la vostra per fermare quei discorsi che non vi piacciono".
(Red/ Dire)