Protagonisti alunni del 'Morano' e del 'villaggio del ragazzo'
Roma, 2 dic. - E' arrivato ieri sera alla stazione di Afragola, con tante aspettative e tanta voglia di imparare Domenico, 17 anni, terzo anno di operatore elettrico dell'istituto professionale 'Villaggio del ragazzo' di San Salvatore di Cogorno (Genova) con alcuni dei suoi compagni e docenti. Spinti dalla curiosita' hanno raggiunto Caivano per completare l'esperienza di gemellaggio promossa da Eugenia Carfora, dirigente dell'istituto 'Morano' del comune alle porte di Napoli. Ad ospitarlo e' Domenico, 18 anni, che frequenta il quarto anno di meccanica/meccatronica, e il suo intento e' quello di far conoscere il suo territorio, nel bene e nel male, al compagno del nord al quale gia' da ieri sera ha fatto assaggiare la tipica cucina napoletana.
Quale migliore occasione per rimuovere il pregiudizio e creare uno scambio culturale se non quella di invitare i ragazzi nei luoghi del Parco Verde? E cosi' la delegazione del 'Villaggio del ragazzo' di San Salvatore di Cogorno accompagnata dalla professoressa Michela Privitera, dal oggi al 29 novembre, non solo sara' ospite nell'istituto - prendendo parte al regolare svolgimento delle lezioni - ma anche nelle case di alcune delle famiglie che hanno aderito al progetto.
"E' un'esperienza di vita, servono ai nostri ragazzi un nuovo mondo e delle nuove prospettive. Ci sono delle differenze visibili, e' importante che i ragazzi se ne rendano conto e abbiano la voglia di scoprirle, di scambiarsi e di conoscersi" commenta la professoressa di Cogorno.
L'emozione di Eugenia Carfora, dirigente scolastica del 'Morano', e' tanta, e' orgogliosa di essere riuscita a portare a termine il suo progetto. Un lavoro di sensibilizzazione durato sette anni che ha portato i suoi frutti. Una formazione a 360 gradi per le famiglie, per i ragazzi e per il corpo docente. E' cosi' per tutti, lo conferma a diregiovani.it anche la professoressa dell'istituto Angela Panico.
L'idea e' quella di educare all'incontro con l'altro senza preoccuparsi di apparire, ma di essere. Di essere accettati per quello che si e' e di aprire le parte e le opportunita' ai ragazzi. "Sara' bello per gli studenti poter un giorno parlare con un coetaneo, diventato un amico che ha opportunita' diverse, ma un punto in comune. É la conoscenza che fa innamorare le persone", dice Eugenia Carfora. E per farlo serve un progetto capace di aprire le porte di Caivano, creare le condizioni per far incontrare i ragazzi e aprire nuovi orizzonti.
(Red / Dire)