Milano, striscione Blocco studentesco contro Anpi a istituto Severi
Un docente dell'istituto: 'Mai successo prima, unica alternativa lavoro educativo'
Roma, 15 apr. - 'Basta Anpi nelle scuole' recitava lo striscione affisso all'ingresso dell'istituto superiore 'Severi-Correnti' di Milano. A rivendicare l'azione e' stata Blocco studentesco, l'associazione giovanile afferente a Casapound. Nella scuola infatti era prevista la conferenza 'Fascismi vecchi e nuovi', promossa da un ex docente dell'istituto, Tiziano Tussi, e a cui hanno preso parte lo scrittore Moni Ovadia e Rossella Montemagnani, presidente della sezione ANPI del municipio 8 di Milano.
E a essere presi di mira sono stati proprio la conferenza e l'Anpi. Lo striscione, affisso lungo il lato dell'ingresso pedonale dell'istituto che si trova in via Alberti, pare sia stato tolto prima ancora dell'arrivo degli studenti: "quando sono arrivato io, alle 8, non ho avvertito nessun particolare fermento a scuola", ha dichiarato alla Dire Duilio Catalano, professore di storia e filosofia, da sempre molto impegnato a Milano in progetti didattici sulla memoria e sullo studio della storia contemporanea. Ma il professore non ha nascosto il proprio sconcerto: "In tanti anni di attivita' dedicate a temi sensibili, non era mai successa una cosa simile. Abbiamo invitato Venanzio Gibellini, uno degli ultimi sopravvissuti ai campi di stermino; nella recente cogestione abbiamo parlato di migrazione; io guidero' la delegazione di otto studenti a Mauthausen per il viaggio organizzato col comune di Milano. Insomma- ha proseguito Catalano- se c'erano motivi per far insorgere studenti con simpatie neofasciste dentro la scuola, se ne sono presentati mille negli anni. Invece niente, non abbiamo mai avuto neanche problemi interni. Questo per dire che sicuramente e' un'azione che viene da fuori ma di cui parleremo a scuola per cercare di capire".
Immaginandosi a colloquio con uno dei presunti giovani responsabili dell'atto, Catalano ha citato il caso degli studenti di un liceo di Cuneo che, come punizione per avere fatto un saluto romano, anziche' essere sospesi e lasciati a casa, sono stati messi al lavoro con lo studio della resistenza e delle migrazioni; e poi ha concluso: "con adolescenti che manifestino certe posizioni, l'unica alternativa e' il lavoro educativo, anche se spesso e' molto difficile".
(Red/ Dire)
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