Sua 'lettera a Madre Liberta'' pubblicata su La scuola fa notizia
Roma, 15 apr. - "Ciao mamma, come stai? Sono tuo figlio, Ahmed, ti ricordi di me? Spero di si', anche se non ci vediamo da un po' di tempo e, purtroppo, ti sento molto lontana. Io e mio fratello, circa due mesi fa, ci siamo visti 'strappare di dosso' il cuore. Ti starai chiedendo come si puo' estrapolare un cuore lasciando un uomo vivo. Beh, i soldati siriani ci sono riusciti". Inizia cosi' 'Lettera a madre Liberta'', il racconto di un bambino immigrato in Italia, un minore non accompagnato come tanti altri che ha intrapreso il viaggio della speranza per un futuro migliore. A scriverlo Anna Di Franco, studentessa al IV anno del liceo scientifico delle scienze applicate dell'istituto superiore 'A. Ruiz' di Augusta (Siracusa).
Anna ha 17 anni e le idee ben chiare sul fenomeno dell'immigrazione: "Il racconto e' ispirato al caso della nave Diciotti- racconta Anna alla redazione di Diregiovani- che, nei mesi scorsi, e' stato al centro delle polemiche, soprattutto qui in Sicilia e nella zona di Siracusa. Penso che il mio racconto esprima chiaramente il mio punto di vista sulla faccenda. È assurdo pensare che, nel 2019, vengono ancora portate avanti campagne per i diritti dell'uomo e che i politici si facciano le guerre sui social, mentre in mare e in molte parti del mondo, qualcuno si ritrova a lottare per la vita".
Il racconto in forma epistolare non e' cronaca di un fatto realmente accaduto, ma nasce dalla penna della 17enne siciliana. "Sono tante le vittime di questa guerra fredda- continua Anna Di Franco- e, magari, ho scritto su un foglio la storia di qualcuno che non aveva avuto l'opportunita' di farlo. Qualche anno fa avevo sentito la storia di Remon Karam, un ragazzo arrivato in Italia nel 2013, che ha frequentato la mia scuola e devo dire che mi ha colpita molto. E' importante, alla nostra eta', conoscere altre realta' totalmente diverse dalla nostra, per aprirci la mente e, soprattutto, il cuore".
La studentessa del Ruiz ha appreso, durante le lezioni scolastiche della professoressa di storia Annita Belluso, che ogni essere umano ha il diritto di essere libero: "E' proprio questa ricerca della liberta' cio' che spinge noi umani ad agire. Non potevo scegliere altra destinataria se non la Liberta' stessa, per ricordare ai miei coetanei che cio' che noi diamo per scontato e', invece, il piu' grande dono che ci e' stato fatto. Nella 'Lettera a madre Liberta'' Anna si e' lasciata ispirare dal testo della canzone 'Se ti tagliassero a pezzetti' di Fabrizio De Andre': "il testo di De Andre'- conclude la ragazza- regala alla Liberta' un frammento di eternita' e le ricorda che, anche se dovesse esser tagliata a pezzetti da noi uomini, restera' per sempre nel vento. Allo stesso modo vorrei augurare questo a tutte le persone che lottano per i propri diritti, sicuramente un futuro migliore, ma anche e soprattutto il coraggio di essere liberi".
(Gra/ Dire)