Roma, 19 nov. - Ore 4.30 del mattino. Mi alzo di scatto. Ancora stordita per la notte passata in bianco a pensare a cosa mi riservera' il futuro, mi vesto velocemente e in mezz'ora sono pronta a oltrepassare la porta di casa per l'ultima volta. Saluto la mia famiglia e con mio padre salgo in auto diretta all'aeroporto di Milano Malpensa con destinazione Pittsburgh, Pennsylvania.
Stranamente durante il viaggio rimango in silenzio e cerco di riposare per avere complete energie per la giornata che mi aspetta.
Una volta arrivata ai controlli di sicurezza, devo salutare infine anche mio padre. Mi scende qualche lacrima e provo un po' di tristezza ma mi faccio coraggio e oltrepasso le sbarre. Ora sono completamente da sola. Tutto e' sulle mie sole spalle.
Completa responsabilita'. Sono inoltre un po' spaventata dallo scalo che devo fare a Parigi, a Charles De Gaulle, perche' non ho mai preso prima d'ora un aereo da sola. Per fortuna pero', gli aeroporti sono ben segnalati e non esito praticamente mai nel trovare i giusti gate. Cosi', dopo un viaggio di circa 8 ore dalla Francia a Pittsburgh, esausta, e con due pesantissime, scomode e vecchie valigie, mi dirigo nell'atrio, nella speranza di intravedere nella confusione generale la mia famiglia ospitante. Alla fine mi accoglie con un cartellone la mia local coordinator con i suoi tre adorabili bimbi che gentilmente mi accompagnano a casa. Qui, conosco la mia host mum and sister, ma, poiche' e' tardi, chiacchieriamo solo e poi entro nella mia nuova camera. La mia stanza la trovo subito molto accogliente e spaziosa. Distrutta per il viaggio e il jet lag (6 ore), abbandono le mie valigie nel primo posto libero e vado subito a dormire con la speranza di intraprendere il migliore anno della mia vita.
Del Liceo Minghetti di Bologna (Red/ Dire)