Coordinamento docenti diritti umani chiede incontro a ministro istruzione
(DIRE - Notiziario settimanale Scuola) Roma, 20 nov. - Il Coordinamento Nazionale Docenti della Disciplina dei Diritti Umani ha chiesto un incontro al ministro dell'Istruzione, dell'Universita' e della Ricerca per discutere dell'attribuzione dell'insegnamento di 'Cittadinanza e Costituzione' ai docenti di diritto.
"Il Coordinamento Nazionale Docenti della Disciplina dei Diritti Umani nel rinnovare con forza la propria istanza di estendere l'insegnamento delle discipline giuridiche in tutte le scuole, in particolare nelle scuole di primo grado, vuole esprimere il proprio pensiero in merito alle recenti iniziative del ministero in materia di 'Cittadinanza e Costituzione'- si legge in un comunicato del coordinamento-. È noto a tutti come il coordinamento abbia concluso ogni suo intervento e ogni sua comunicazione evidenziando l'importanza dell'educazione al rispetto delle regole, fin dalla piu' tenera eta'. Nel mese di aprile di quest'anno, in seguito alla manifestazione contro tutte le mafie svoltasi a Locri, il coordinamento ha ritenuto di scrivere al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio dei Ministri e al ministro dell'Istruzione sottolineando ulteriormente il ruolo fondamentale che i docenti di diritto hanno in questo compito delicato, senza con cio' voler sminuire il ruolo dell'intero corpo docente, ma rivendicando le competenze specifiche degli stessi che li potrebbero e li dovrebbero rendere protagonisti tanto di un insegnamento curriculare quanto coordinatori di tutte le iniziative che riguardano la legalita'".
"È, infatti, importante che la scuola venga potenziata nella sua offerta formativa e, indiscusso e indiscutibile il lavoro encomiabile e gli sforzi profusi dagli insegnanti di tutte le discipline- continua il comunicato-. In particolare Noi insegnanti di diritto potremmo sostenere ulteriormente e validamente, data la specificita' della nostra materia, il compito affidato a ciascun docente. Perche' per divenire cittadini consapevoli si deve procedere a piccoli passi e fin da bimbi, comprendendo che il rispetto delle regole e' alla base della convivenza pacifica e civile. Siamo certi che un progetto siffatto non potesse non essere stato valutato allorche' nel 2015 e' stato avviato un piano di assunzione che ha segnato l'ingresso a scuola di migliaia di docenti di diritto, ma dobbiamo constatare che molti di essi, purtroppo, a distanza di due anni dal loro ingresso nel mondo scolastico, si trovano sconsolatamente e soltanto ad effettuare sostituzioni di colleghi, mortificati nella loro dimensione umana e professionale. Eppure la strada sembrava proprio orientata nel senso giusto. Molti di Noi furono assegnati alle scuole medie e lavorarono con entusiasmo a contatto con i piu' piccoli che accolsero la novita' in maniera estremamente positiva".(SEGUE) "Cosa e' successo?- prosegue il comunicato- Cosa si e' interrotto? Perche' non si e' ritenuto di proseguire sulla strada intrapresa? Perche' oggi si parla reiteratamente dell'importanza dell'insegnamento di 'Cittadinanza e Costituzione', prevedendo anche un colloquio in sede di esami conclusivi del primo e del secondo ciclo, ma pervicacemente non si vuole attribuire ai docenti di diritto l'insegnamento della loro materia? Perche' si insiste nel voler attribuire una materia che rientra nelle nostre specifiche competenze a docenti rispettabilissimi e preparatissimi, ma non formati come Noi all'insegnamento delle materie giuridiche? Perche', ancora, con tutte le risorse umane e professionali di cui dispone la scuola , si privilegia la scelta di cercare all'esterno gli esperti che dovrebbero insegnare la cultura della legalita'? Non ritenete che per tutti Noi sia mortificante? Non ritenete che sia giunta l'ora di darci il giusto rango nell'ottica del piano di educazione alla legalita' ed in relazione agli obiettivi dell'Agenda 2020? Perche'? Attribuire l'insegnamento di 'Cittadinanza e Costituzione' ai docenti di diritto e' fisiologico e consentirebbe, peraltro, a tantissimi docenti di fare rientro nelle loro realta' dalle quali si sarebbero anche allontanati con entusiasmo se nella loro nuova destinazione avessero avuto, e avessero, la possibilita' di svolgere concretamente un lavoro che li gratifichi professionalmente. Per questo motivo abbiamo deciso di chiedere un incontro al signor ministro- conclude il comunicato- per discutere le problematiche inerenti a tali argomenti".
(Red/ Dire)