(DIRE-Notiziario settimanale Scuola) Roma, 16 gen. - Troppi trasferimenti nella scuola? "Colpa di scelte politiche sbagliate". A sostenerlo, in una nota congiunta, Francesco Sinopoli di Flc Cgil, Maddalena Gissi, Cisl, Giuseppe Turi, Uil, e Marco Paolo Nigi di Snals Confsal.
In relazione a quanto pubblicato in questi giorni sulla mobilita' degli insegnanti "si rendono, a nostro parere, necessarie alcune precisazioni- si legge nella nota- con l'augurio che, a partire da una maggior consapevolezza dei limiti sempre piu' evidenti di una Buona Scuola che cosi' buona non si sta rivelando, si possa finalmente iniziare una proficua discussione nel merito, per trovare possibili correttivi ai problemi rimuovendone le vere cause".
Nello specifico, "l'accusa di anteporre la tutela del personale agli interessi dei ragazzi e delle famiglie non ha, per quanto ci riguarda, alcun fondamento. Quasi sempre inascoltati, stiamo evidenziando da anni i problemi strutturali di cui soffre la scuola italiana, avendo come obiettivo quello di migliorare la qualita' dell'offerta formativa rivendicando le condizioni, in primis la stabilita' del personale scolastico su adeguate dotazioni di organico, che sono fra l'altro il presupposto indispensabile perche' la continuita' didattica possa concretamente realizzarsi. Ed e' proprio nelle regole definite contrattualmente che alla continuita' abbiamo sempre voluto riconoscere il giusto peso e valore".
A comprometterla, continuano i sindacati, "mettendone in discussione le premesse, sono stati, al contrario, anni e anni di scelte politiche sbagliate, che hanno privato la nostra scuola di risorse economiche e umane facendo si' che il nostro sistema rimanesse agli ultimi posti in ambito OCSE quanto a destinazione di investimenti". E ancora: "Salatissimo il conto pagato dalla scuola e dai suoi lavoratori; tanto per fare un esempio, non hanno certo favorito la qualita' del servizio, ne' la continuita' didattica, i 120.000 posti di lavoro tagliati in tre anni, con conseguenti e consistenti processi di mobilita' d'ufficio- prosegue la nota- Quando poi questa tendenza recessiva sembrava invertirsi, le decisioni politiche sono state ancora una volta pesantemente sbagliate, come dimostra fra l'altro proprio l'impostazione del piano di assunzioni; quest'ultima, insieme alla irrisolta questione del lavoro precario, la cui diffusione non e' stata scalfita dalla Buona Scuola, e' la vera causa dei processi di mobilita' cui si e' dato cosi' ampio risalto sulla stampa".
Per favorire la continuita' didattica, secondo i sindacati, "occorre dare alla scuola i posti necessari al suo funzionamento e coprirli con lavoro stabile, garantendo una cadenza regolare al reclutamento del personale. Non va dimenticato, anche considerando i dati della mobilita' in discussione, che questa avviene solo se ci sono posti da coprire. Se si registra un cosi' alto numero di movimenti da nord a sud, la domanda da porsi e' perche' mai sia stato necessario forzare, nel piano di assunzioni, una migrazione di docenti in aree territoriali diverse e lontane, ponendo cosi' le premesse per una naturale e comprensibile spinta a rientrare nelle regioni di residenza".
Continuano i sindacati: "Per le quali, sia detto per inciso, dovrebbero valere le stesse preoccupazioni di garantire qualita' del sevizio e continuita' didattica; invece, fra le gravissime lacune della politica scolastica vi e' da molto tempo e a diversi livelli anche l'incapacita' di garantire il necessario incremento di tempo scuola in aree di forte deprivazione sociale".
Non esiste quindi alcun "'eccesso di tutela sindacale', esiste certamente una preoccupante assenza di lucidita' e lungimiranza nelle scelte di politica scolastica, fatte con una pretesa di autosufficienza i cui limiti e conseguenti guasti si evidenziano considerando che proprio dal mancato rispetto delle regole sulla mobilita' stabilite contrattualmente e' nato il caos dei trasferimenti della scorsa estate, alimentando un diffuso contenzioso e allungando i tempi delle operazioni, il cui impatto sarebbe stato ben diverso se si fossero concluse nei tempi previsti, cioe' prima dell'inizio delle lezioni. E del resto non e' inutile ricordare che in un recente passato la regolarita' dei concorsi su base provinciale e regionale - subentrata ai concorsi nazionali - garantiva la copertura tempestiva dei posti liberi senza imporre spostamenti in tutto il territorio nazionale".
Non viene infine considerato accettabile "che si addossi ogni sorta di responsabilita' a insegnanti che solo dopo lunghissimi anni di precariato hanno visto stabilizzare il proprio lavoro, e il cui disagio personale e familiare merita almeno rispetto.
Nessuna copertura a eventuali singoli comportamenti anomali che, qualora accertati, andrebbero doverosamente sanzionati. Ma si evitino, per favore, inaccettabili generalizzazioni che offendono la dignita' delle persone e il valore del lavoro che svolgono, in condizioni tutt'altro che privilegiate".
(Wel/ Dire)