"Inaccettabile delegare funzionamento strutture ad enti privati"
(DIRE-Notiziario settimanale Scuola) Roma, 16 gen. - E' ormai tutto pronto per dare il via allo School Bonus. Si tratta di un provvedimento che permettera' ai privati di finanziare quasi del tutto direttamente le scuole italiane, statali e paritarie.
Originariamente inserito nel ddl "Buona Scuola", successivamente modificato a seguito del parere della commissione Finanze al senato. Le specifiche della manovra sono state reinserite nei binari originali da un emendamento della legge di Stabilita' del 2017 prevedendo che il 90% dell'erogazione liberale venga destinato direttamente alla singola scuola e che solo il 10% vada ad un fondo nazionale di redistribuzione e mantendendo il credito d'imposta al 65% per il primo anno e al 50% per il secondo.
Giammarco Manfreda, Coordinatore Nazionale della Rete degli Studenti Medi, dichiara: "Siamo estremamente convinti che l'istruzione, in primis quella pubblica, sia il primo motore di una societa' sana. Pensiamo che sia inaccettabile delegare il funzionamento delle strutture scolastiche ad enti privati che, cosi' facendo, si sostituiscono ad uno dei ruoli fondamentali dello stato: garantire un'istruzione di qualita' per tutti. Le perplessita' che avanziamo sono dovute a preoccupanti storture che potrebbero generarsi con l'ingresso facilitato di capitali privati nella scuola pubblica".
Il rischio maggiore, prosegue Manfreda, "e' quello di creare una situazione in cui scuole che dimostrano un'eccellenza possano attrarre il maggior numero di sovvenzionamenti mentre le strutture che vivono gia' ora una condizione di estrema difficolta' vengono lasciate ancora piu' indietro, creando cosi una situazione di disparita' che a lungo andare diventerebbe incolmabile". L'unico modo "per evitare che si vengano a creare scuole di serie A e scuole di serie B e' che il governo italiano scelga di investire seriamente in materia di diritto allo studio, facendo si' che sia lo stato il primo garante dei servizi fondamentali".
"La scuola italiana - continua Manfreda - versa tuttora in una condizione estremamente difficile e permettere ai privati di incidere cosi' pesantemente nel futuro dell'istruzione non e' la risposta ai nostri problemi, anzi. Per questo abbiamo deciso di mobilitarci sin dal primo giorno del rientro a scuola, il 9 gennaio, per esprimere la nostre contrarieta' ma anche per chiedere un modello di scuola alternativo, che sia garante di uguaglianza e che sia in grado di offrire una formazione valida ad ogni studente.
Chiediamo che si faccia un grosso passo indietro su questo provvedimento, vogliamo che si concretizzino le parole dette alla caduta del governo Renzi e speriamo che la nuova ministra dell'Istruzione colga l'occasione di poter definire una cesura con chi l'ha preceduta. Non possiamo piu' accettare che simili provvedimenti vengano presi senza un confronto con le organizzazioni studentesche".
(Wel/ Dire)