(DIRE-Notiziario settimanale Scuola) Roma, 28 nov. - "L'approvazione di un emendamento sull'alternanza scuola-lavoro, che nel prossimo anno estende anche alle scuole paritarie le risorse disponibili, ha un forte valore in chiave orientativa.
Soprattutto per coloro che frequentano istituti tecnici e scuole professionali in contesti di antica tradizione formativa, in cui da sempre si e' prestata speciale attenzione all'inserimento lavorativo. Attualmente la disoccupazione giovanile nel nostro Paese e' tra i livelli europei piu' elevati e si attesta sul 41, 4 per cento, solo Spagna e Grecia sono in condizioni peggiori.
Cio' nonostante le aziende italiane fanno fatica a trovare personale in grado di rispondere alle esigenze di oltre sessantamila profili professionali. Il mondo del lavoro richiede personale sempre piu' qualificato e la continua evoluzione informatica esige un'istruzione tecnica che la scuola italiana e' in grado di garantire. Serve formazione di alta qualita' per rispondere alle esigenze di un mercato sempre piu' competitivo; troppo spesso pero' i giovani, una volta terminato l'iter scolastico, non sanno quali percorsi intraprendere per inserirsi stabilmente nel lavoro. Il ministro Giannini, rispondendo a una mia interrogazione, ha ribadito che in Italia esistono molti istituiti tecnici di sicura eccellenza, peccato pero' che non siano sufficientemente conosciuti dagli studenti al momento della scelta della scuola superiore. Evidentemente abbiamo bisogno di un nuovo modello di orientamento alla scelta della scuola superiore, che restituisca alla formazione tecnica pari dignita' anche rispetto ai licei. È di fatto indispensabile supportare l'orientamento degli studenti non solo attraverso percorsi scolastici specifici, ma anche fornendo precise indicazioni sulle necessita' delle imprese del territorio".
Lo dichiara l'on. di Area popolare, Paola Binetti.
"E' quanto mai necessario rivedere i piani di studi degli istituti tecnici, facendo dell'alternanza scuola-lavoro un loro particolare punto di forza. Devono fornire competenze di alto profilo anche sui contenuti specifici di ogni singolo indirizzo, perche' gli studenti imparino a tradurre in pratica cio' che studiano in teoria. Il saper fare e' un valore aggiunto rispetto al semplice sapere, o ad un fare senza sapere perche'. Nello stesso tempo- spiega Binetti- i piani di studio devono tener conto della formazione culturale generale, perche' i neodiplomati possano accedere facilmente alle facolta' universitarie che considerano piu' e meglio rispondenti ai loro interessi. La scelta del cosa studiare va quindi accompagnata da un lavoro di orientamento costante che li aiuti a capire come studiare. Le esperienze di alternanza scuola lavoro, previste dalla legge sulla Buona scuola, diventano quindi parte integrante di un piu' generale progetto di orientamento. Solo cosi' sara' piu' facile, al termine degli studi, individuare le aziende e i contesti in cui andare a lavorare, possedendone le competenze di base necessarie".
(Wel/ Dire)