Presidente incontra i piccoli legislatori di 'Vorrei una legge che...'
(DIRE-Notiziario settimanale Scuola) Roma, 18 apr. - "Per vivere insieme ci vogliono regole". Cosi' il presidente del Senato Pietro Grasso, in occasione della premiazione delle classi vincitrici del concorso per le scuole "Vorrei una legge che..." a Palazzo Madama.
La seconda carica dello Stato fa l'esempio di un incrocio con quattro strade, dove l'assenza di regole potrebbe causare un incidente, o quello delle regole del calcio. In generale, le regole "servono" ed "e' importante che voi le conosciate (in questo momento state contribuendo anche a crearle), perche' nessuno possa imporvi un dovere che non vi spetta o togliervi un diritto che vi spetta". "Conoscere le leggi vi rende cittadini- prosegue Grasso e aggiunge- lo studio puo' rendere veramente liberi".
Il Presidente cita anche suo padre: "Mi disse 'non ho un eredita' da darti ma posso dirti di studiare'. Rimpiango la vostra eta', anche i momenti meno belli, perche' nella vita ci sono momenti di gioia e momenti in cui si deve fare qualcosa che non piace. Certamente, ad esempio, tra di voi vi sono quelli che preferiscono alcune materie rispetto ad altre".
Rispetto al concorso che oggi premia i ragazzi, l'ex magistrato spiega: "Quest'anno abbiamo raddoppiato la presenza perche' si sono aggiunte alle prime elementari anche le scuole medie- e cita i temi delle leggi scritte dai giovanissimi- la lotta allo spreco, le adozioni, il bullismo, i diritti dei figli dei detenuti, che mi ha molto colpito, cosi' come l'effetto serra... e' stata veramente un'esperienza arricchente perche' questo tipo di lavoro ci da' coraggio e speranza nel futuro, il cambiamento avviene attraverso di voi".
"Il progetto di legge sulla fantasia e' qualcosa che non dobbiamo trascurare, affrontate con gioia, entusiasmo e impegno questi anni della vostra vita e sono sicuro che insieme ai vostri insegnanti, che non finiro' mai di ringraziare, costruirete un futuro consapevole" chiosa Grasso, che ringrazia anche le famiglie e i genitori, concludendo con un "in bocca al lupo" ai ragazzi.
Questo modo di dire, spiega il Presidente ai piccoli legislatori "nasce da un augurio che si faceva ai cacciatori, evocando qualcosa di negativo a cui rispondere con un 'crepi'. Ma c'e' una altra tesi, che mi ha illustrato un forestale, dicendomi 'povero lupo, che ogni volta deve crepare!'".
Quando una lupa prende in bocca il cucciolo per portarlo in una tana sicura, infatti, si realizza "il gesto piu' bello di protezione che la mamma lupa fa ai figlioletti".
(Wel/ Dire)