(DIRE-Notiziario Scuola) Roma, 2 nov. - Pompei diventa "il palcoscenico di formazione e valorizzazione in alternanza scuola-lavoro" e accoglie più di mille allievi di 15 scuole del territorio. Il progetto nasce dalla collaborazione tra ministero dei Beni culturali e ministero dell'Istruzione e a parlarne è direttamente la titolare del Miur, Stefania Giannini, in un doppio intervento su Il Sole 24 ore. 'Scuola-lavoro, il nuovo corso parte da Pompei' è il titolo dell'articolo pubblicato nei giorni scorsi dal quotidiano nel suo speciale dedicato agli Stati generali della cultura, appena conclusi all'Auditorium Conciliazione, a Roma. E proprio dal palco dell'Auditorium Giannini spiega lo spirito del progetto che prevede percorsi formativi per gli allievi "che vanno dalla tutela del verde, quindi del contesto territoriale di Pompei che ne è parte integrante, agli argomenti più tecnici, come la conservazione del patrimonio".
Inserita nella legge Buona scuola, l'alternanza scuola-lavoro "può essere lo strumento che sancisce l'alleanza tra istruzione e cultura". Col protocollo firmato con Franceschini "abbiamo individuato alcuni punti di lavoro fondamentali", ricorda il ministro, tra cui proprio "lo schema dell'alternanza scuola-lavoro applicato al mondo dei beni culturali, alla gestione e alla valorizzazione del nostro patrimonio".
L'obiettivo è "far capire ai ragazzi, a partire dalla scuola dell'infanzia e dalla scuola primaria, che quello che vedono nella loro città, che si tratti di Roma, di un piccolo comune o di una piccola città di provincia, è frutto di una storia millenaria che ha fatto dell'Italia la capitale indiscussa del mondo del patrimonio artistico". E allora il progetto non sarà soltanto "un'alimentazione dell'offerta, cioè del fatto che questi ragazzi potranno diventare, nei cinque percorsi, specialisti di diagnostica del restauro o specialisti di gestione del patrimonio verde che sta intorno al sito". Il punto per Giannini è che l'alternanza scuola lavoro pensata in un contesto come quello del patrimonio culturale diventa "un alimentatore di sensibilità: se non si crea una domanda- spiega ancora- se non si crea l'ansia di voler fruire di un bene culturale, se non si crea una riaccensione della sensibilità storica, che è rimasta un po' sepolta nella storia recente del nostro Paese, non c'è legge, non c'è provvedimento, non c'è classe politica, non c'è Governo della Repubblica che possa dare al nostro Paese un indirizzo diverso".
Proprio per questo "io dico che funzionerà- dice infine Giannini- perché siamo l'Italia, perché solo in Italia si può applicare questo schema". E quello che coinvolge Pompei e le scuole del territorio "può diventare un progetto bandiera".
(Wel/ Dire)