(DIRE - Notiziario Scuola) Roma, 30 mar. - La meta' e' stata almeno una volta vittima di violenza e a due su tre e' capitato di assistere a episodi di violenza. Nella maggior parte dei casi avvenuti in luoghi pubblici o sui social network. E' quanto emerge da una ricerca compiuta tra 138 studenti di tre scuole superiori di Milano, i cui risultati sono stati presentati nei giorni scorsi: l'istituto professionale Bertarelli e i licei scientifici Virgilio e Volta. Per il 40,9% delle vittime si e' trattato di "espressioni verbali" offensive o ingiuriose, il 28,5% ha subito violenze fisiche e il 6,6% violenze nella sfera sessuale. Le classi coinvolte nella ricerca stanno partecipando al progetto "Ti amo se ti rispetto", promosso dall'associazione Fermati Otello con il patrocinio del comune di Milano, che ha come obiettivo la prevenzione delle violenza di genere. Oltre ad aver risposto alle 21 domande del questionario, gli studenti seguiranno tre incontri di due ore ciascuno condotti da psicoterapeuti. "Abbiamo notato che c'e' una certa omogeneita' di pensiero tra maschi e femmine su questo tema-sottolinea Fernanda Sibilio, responsabile del progetto- Il mondo maschile ha consapevolezza della violenza di genere. Non e' piu' solo un affare di donne".
Le differenze tra ragazze e ragazzi permangono quando si affronta il tema della violenza psicologica. Alla domanda, "ritieni che una frase a sfondo sessuale, nella maggior parte dei casi sia...", il 57,6% dei maschi risponde che si tratta solo di una battuta, contro il 36,4% delle femmine. Per il 32,7 delle ragazze si tratta invece di una molestia mentre solo il 12,9 % dei ragazzi la percepisce come tale. Per il 63,8% dei maschi l'abbigliamento delle ragazze puo' "giustificare qualche volta" battute a sfondo sessuale contro il 46,1% delle femmine. Inoltre, il 21,2% delle ragazze afferma che "bisogna stare attenti a come ci si veste o ci si trucca". "In alcuni questionari abbiamo ritrovato la frase 'grazie per averci permesso di parlare di questi temi' -aggiunge Linda Gobbi Morace, responsabile della ricerca-. E' emerso il bisogno degli studenti di lavorare insieme per affrontare una questione che li riguarda da vicino".
(Fonte Redattore Sociale) (Wel/ Dire)