(DIRE - Notiziario Scuola) Roma, 16 mar. - Le lezioni scolastiche sono piuttosto teoriche e non favoriscono un reale avvicinamento degli studenti alla pratica scientifica, mantenendo separate le spiegazioni dalle sperimentazioni. Lo rileva l'istituto indipendente di ricerca di Vicenza 'Observa Science in Society', che ha promosso l'indagine 'Giovani, scienza, tecnologia e cibo', testando un campione di 3.500 quindicenni.
Per questo, a livello europeo è stato promosso il cosiddetto approccio IBSE (Inquiry Based Science Education), per favorire il coinvolgimento attivo degli studenti in attività pratiche nelle materie scientifiche. Anche il governo italiano, nel documento programmatico 'La Buona Scuola', ha sottolineato l'importanza dei laboratori come "palestre di innovazione" per stimolare le capacità di 'problem solving' degli studenti.
Ma qual è la loro valutazione delle ore di scienze e tecnologia, e quanto apprezzano l'utilità dei contenuti appresi? Dall'indagine di Observa emerge che giudicano positivamente il tempo dedicato alle scienze, riconoscendo l'importanza della conoscenza e l'utilità delle materie scientifiche, nonché lo studio delle scienze è considerato rilevante anche per la vita quotidiana e per una futura occupazione.
Il 57% degli studenti (29% F, 28% M) pensa che tutti dovrebbero studiare materie scientifiche a scuola, e un'uguale quota afferma che le lezioni delle materie scientifiche abbiano fatto aumentare la loro curiosità per le cose che non possiamo ancora spiegare (28% F, 29% M).
Più di uno su due (53%) ritiene che quello che impara durante le lezioni di scienze gli sarà utile nella vita quotidiana (28% F, 25% M) e che la preparazione scientifica acquisita a scuola lo potrà favorire nella carriera lavorativa futura (51%, 25% F, 26% M).
Cosa voglio fare da grande? Non lo scienziato. La scuola è determinante per gli orientamenti sul lavoro futuro, e posti di fronte a una serie di alternative, quella a prevalere in linea generale tra gli studenti riguarda il gestire un'attività commerciale (45% F, 55% M), seguita dal curare e valorizzare persone e/o animali (74% F, 26% M). L'interesse per la ricerca si colloca al terzo posto, con una preferenza maggiore tra le adolescenti (58%) rispetto ai compagni (42%).
Emergono in modo piuttosto evidente le differenti aspettative tra maschi e femmine; se al quarto posto tra le preferenze in media si colloca il lavorare nello sport, l'opzione è indicata per il 32% dalle ragazze e per il 68% dai ragazzi. Idem per le successive scelte in ordine di rilevanza: inventare/costruire e sistemare cose (28% F, 72% M), lottare per i diritti delle persone e per l'ambiente (70% F, 30% M), usare i propri talenti artistici (68% F, 32% M). Passando al voler diventare uno scienziato/a in senso stretto, solo il 14% manifesta l'intenzione (5% F, 9% M), mentre una quota maggiore, il 35%, vorrebbe lavorare in ambito tecnologico (10% F, 25% M). Il dato è ricollegabile anche alla scarsa intenzione di iscriversi a un corso di laurea scientifico: meno di uno studente su cinque la manifesta, il 19% (10% F, 9% M).
(Wel/ DIre)