(DIRE-Notiziario Scuola) Roma, 30 giu. - "Il nostro Paese ha dimostrato la capacità di cambiare marcia. La riforma della scuola ha costituito uno dei punti cruciali del dibattito politico per oltre un anno". E' quanto dice il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, durante il seminario organizzato dal parlamento italiano in collaborazione con l'Oecd, parlando del ddl 'buona scuola' a cui ieri il Senato ha dato via libera con il voto di fiducia al governo.
"La discussione- sottolinea il ministro- è stata piuttosto accesa, con prese di posizioni contrarie molto agguerrite ma anche posizioni a favore del governo. Questo da' testimonianza del grado di passione di questo dibattito, anche da parte dei sostenitori della riforma. Per molto tempo il nostro Paese è stato criticato per non aver dato luogo a riforme puntuali. Io credo che il governo italiano stia in questo momento cercando di adottare un altro tipo modello che superi gli stereotipi". In Italia, sottolinea il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, "la realtà" è che "c'è un numero molto alto di persone giovani che non lavorano, non sono occupati e non studiano.
Alcune cause risiedono nel sistema educativo caratterizzato da risultati al di sotto della media europe. C'è circa il 50% di persone tra i 15 e i 35 anni che dopo tre anni dalla loro uscita continuano a non essere impiegati in nessun settore. C'è uno scollamento tra le competenze dei giovani e le richieste del mercato. L'istruzione è fondamentale. Dobbiamo gestire un nuovo modello educativo per cercare di avvicinate la scuola al mercato del lavoro".
Parlando del ddl scuola, Giannini spiega: "Questo governo ha incrementato" i fondi "con 3 miliardi all'anno e con un budget generale di 40 miliardi, stiamo parlando quindi di un incremento del 90 per cento di investimenti nella scuola. Certo, i frutti si vedranno nel lungo termine, è un pó come un processo di rimboschiemento. Cambiare le condizioni del paese si potrà fare nella arco di alcuni decenni".
"Tre sono le parole chiave" del ddl scuola, conclude il ministro: "Responsabilità, valutazione ed autonomia. Un sistema più autonomo significa di fatto investire nel capitale umano. Una maggior qualita' del sistema educativo" vuol dire "maggior occupazione e crescita".
(Wel/ Dire)