(DIRE-Notiziario Scuola) Roma, 27 apr. - La lista dei non compiti delle vacanze ha fatto il giro del web, tanti si sono appropriati della paternità del "magico elenco" che tutti gli alunni vorrebbero vedersi consegnare dai loro docenti. Ma la prima e autentica madre dei "Non compiti delle vacanze" ha un nome e un cognome. Si chiama Maria Giuliana Saletta e di professione non fa l'insegnante. E' una mamma che alcuni anni fa ha deciso di dar vita a questa lista.
"E' nata dal ricordo dello stress che procuravano i classici compiti delle vacanze nella mia famiglia: tre figli, due genitori liberi professionisti e quei libretti di esercizi che, a mio avviso, non servivano a nulla - spiega a Diregiovani.it - Mi innervosiva il dover ricoprire a casa il ruolo di maestra, farmi carico di un dovere che non era il mio. Amavo al contrario osservare mia figlia in estasi di fronte a un quadro quando la portavo al museo, così come mi piaceva passeggiare con i miei bambini in montagna o al mare, prestando attenzione alla natura, al paesaggio, avevamo mille modi per crescere ed imparare anche nei periodi di vacanza, persino quando li mandavo da soli ad acquistare il pane e poi insieme controllavamo il resto. Questo era il mio ruolo, quello che mi competeva, di madre/educatrice, i miei figli erano uno diverso dall'altro, avevano esigenze differenti e apprendevano molto di più dal mio amore che da quei libretti standardizzati. Senza contare che pur di avere più tempo da passare con loro serenamente, li guardavo completare le pagine annoiati e, come tanti genitori, finivo persino col colorare al posto loro. A quei tempi però non si discuteva sui compiti, erano un dovere, punto e basta. Così quando il mio personaggio Echino ha cominciato ad essere seguito da tante persone, ho pensato di dare a lui l'incombenza di trasmettere questo messaggio e, a quanto pare, avevo ragione perché è stato ascoltato, imitato e persino copiato" "La lista dei non compiti di Echino - prosegue Saletta - è stata data da molti insegnanti ai loro alunni ed ha cominciato a girare nel web, poi qualcuno ha pensato di appropriarsene, altri l'hanno rimaneggiata e la rete si è riempita di varie versioni. Il mio scopo era quello di raggiungere il maggior numero di docenti e bambini, avrei gradito la correttezza intellettuale di citare la fonte d'ispirazione, ma non tutti ce l'hanno ahimè". "Al di là di questo però ritengo davvero che scuola e famiglie abbiano un compito importante e comune, che è quello di educare e far crescere serenamente degli esseri umani. Non amo però le ingerenze che spesso ci sono tra i differenti ruoli e nemmeno le invasioni di campo. Così come gli insegnanti non accettano interferenze da parte dei genitori nello svolgimento del loro compito, così loro non dovrebbero interferire nel tempo libero della famiglia. I bambini a scuola ci passano cinque giorni su sette, nove mesi all'anno, un buon insegnante ha tutto il tempo per lavorare con loro; a casa è compito della famiglia educarli e crescerli. Se poi il genitore vuole che il figlio si eserciti con un libretto, be' liberissimo di farlo, ma va rispettato anche quello che di libretti non ne vuole. E poi, diciamolo chiaramente, tutti hanno bisogno di riposo e di staccare la spina dal lavoro, solo i bambini non possono farlo? Che significa un'oretta al giorno di studio non gli fa male? Gli adulti in vacanza lavorano forse un'oretta al giorno per non perdere l'abitudine?".
Domande di una madre che alla domanda perché proprio un genitore e non una maestra ha inventato i non compiti risponde: "Perché il docente finito di assegnarli se ne lava le mani, non voglio essere troppo polemica, ma spesso non vengono nemmeno corretti quei compiti al rientro a scuola. La mamma invece li subisce perché non lasci un bambino di fronte ad un libro senza minimamente seguirlo. Quello che mi fa ridere nelle liste rimaneggiate è leggere, magari in fondo, nell'ultima rigaà 'e per finire ripassa le tabelline, fai un disegno alla nonna e poi portalo a scuola, o ancora prendi una cartolina dei luoghi che visiti, al ritorno l'appenderemo in classe'. Secondo lei una mamma scriverebbe queste cose? La mamma pensa al bambino, ai nonni, non ha bisogno di trasformare tutto in lavoro. Una maestra ha definito la mia lista una lettera d'amore. Lo è, è il mio amore per i miei figli e per tutti i bambini".
"Scuola e Famiglia sono spesso in conflitto e probabilmente lo saranno sempre - aggiunge - Quello che non si capisce è che queste battaglie tra adulti, il non rispetto dei ruoli, ma soprattutto il non rispetto delle competenze dell'altro fanno solo del male ai bambini. Trovo ridicolo che non ci sia tra educatori - perché genitori ed insegnanti questo sono, anche se in ambiti diversi - maggior fiducia nelle reciproche capacità, maggior dialogo, maggiore condivisione di pensieri, maggiore rispetto".
Ma Echino non è solo il personaggio simbolo dei 'non compiti delle vacanze', come racconta la stessa autrice 'Echino, giornale bambino' "è un progetto ambizioso e importante. I nostri mezzi sono pochi, ma la passione e la professionalità di tutta la redazione è davvero tanta. Non abbiamo paura di affrontare temi di alcun genere, abbiamo trattato le emozioni, l'interculturalità, l'identità di genere e nell'ultimo numero legalità ed etica, lo facciamo con chiarezza e nel massimo rispetto dei nostri giovani lettori perché così siamo abituati a lavorare con la casa editrice Mammeonline, condividendo idee, confrontandoci per offrire sempre il meglio. Negli ultimi due numeri poi, Echino offre ai suoi lettori anche la possibilità gratuita di poter accedere, con un tablet o un iphone, a contenuti extra come immagini in 3D, video. Echino ha anche tanti fratelli e sorelle di carta" tutto è consultabile visitando il sito www.casaeditricemammeonline.it.
Insomma Echino e i suoi non compiti per le vacanze dovrebbero essere patrimonio di tutti, soprattutto della buona scuola che secondo Giuliana Saletta "è quella che accoglie e non mortifica, è quella che dialoga, è quella fatta con passione e con amore. No, non sono caratteristiche scontate purtroppo. La buona scuola la riconosci a prima vista, senza tante parole, la leggi negli occhi degli insegnanti, è quella luce che trasmettono agli alunni, capace di rassicurare anche il genitore più scettico e brontolone".
(Wel/ Dire)