Contro l'aumento dei carichi di lavoro a parità di salario-orario
(DIRE - Notiziario Scuola) Roma, 19 mag. - I collaboratori del Liceo Fermi di Bologna "si ribellano all'ennesimo aumento dei carichi di lavoro": nasce così un braccio di ferro con l'istituto già sfociato in sciopero e presidio e che presto si arricchirà di altre "azioni sindacali ed eventualmente giudiziarie". Lo promette l'Usb che ha raccolto e sostenuto la protesta di una dozzina di collaboratori scolastici del Fermi decisi ad opporsi ad un ordine di servizio del 5 maggio scorso che imponeva maggiori carichi di lavoro. Siccome ci sono meno soldi per l'appalto di pulizia, è calata anche l'attività della ditta che se ne occupa e toccherebbe al personale Ata 'tappare il buco'.
"Se fossimo in una fabbrica, sarebbe come dire che a parità di salario e di orario vanno prodotti più pezzi", sintetizza Francesco Bonfini, di Usb.
Il 12 maggio c'è stato un incontro in cui è stato chiesto di sospendere ogni ipotesi di riorganizzazione (specie perché mancano solo un paio di settimane alla fine delle lezioni) e di chiedere semmai altro personale. Ma "la dirigenza del Fermi ha deciso di andare avanti" ricevendo "anche questa volta un dignitoso rifiuto da parte dei lavoratori che il giorno seguente hanno aderito allo sciopero e al presidio indetti dall'Usb, nonostante le Rsu dei sindacati complici invitassero ad interrompere la protesta e ad accettare le modifiche, promettendo il sostegno delle loro organizzazioni", racconta Bonfini, aggiungendo che questo non è che l'inizio della battaglia. "A breve coinvolgeremo i docenti e le famiglie degli studenti, denunciando il grave stato di abbandono dell'istituto (già ora i collaboratori vengono utilizzati in modo massiccio in caso di assenze dei docenti) e lanciando una raccolta firme per l'aumento dell'organico", spiega il sindacalista.
All'Ufficio scolastico provinciale l'Usb chiederà verrà chiesto personale aggiuntivo per il Fermi. Intanto è stato dichiarato lo stato d'agitazione e il blocco di tutte quelle attività straordinarie "che permettono alla scuola di continuare a funzionare".
La scuola, sottolinea Bonfini, "sarà presto oggetto di nuovi e sanguinosi tagli, specie con il nuovo capitolo di spending review. L'esempio dei collaboratori del Fermi potrebbe scuotere dalla rassegnazione anche quelli delle altre scuole che si erano adeguati, e forse questo è l'aspetto che più terrorizza l'amministrazione". Del resto, "di fronte al taglio di una cospicua fetta dei finanziamenti per gli appalti di pulizia alle ditte esterne nelle scuole, tutti i dirigenti di Bologna hanno reagito nella stesso modo: scaricare il lavoro in più sul personale Ata", racconta ancora Bonfini. L'ufficio legale di Usb sta però valutando "la dubbia legittimità di aumenti di richieste lavorative (a parità di salario) e la possibilità di ricorsi giudiziari. Il personale Ata è infatti stato oggetto di pesantissimi tagli negli ultimi 14 anni (quasi dimezzato) e non può in alcun modo sobbarcarsi ulteriori carichi di lavoro". Nelle scuole che hanno adottato queste misure, da un lato si sacrifica "il delicato compito della sorveglianza", dall'altro, secondo l'Usb, "si mente all'utenza perché, anche sottoponendo il personale a ritmi massacranti di lavoro, non è credibile che possano realmente garantire la pulizia degli ambienti scolastici".
(Wel/ Dire)