Sel-M5s: ci sono i tagli di Renzi...; ma giunta conferma: avanti
(DIRE - Notiziario Scuola) Roma, 16 giu. - Nemmeno l'annunciato giro di vite del Governo (il decreto 66) che anticipa di tre mesi (cioè al 31 luglio) il riordino e la revisione della spesa di Istituzioni, aziende e partecipate dagli enti locali, ferma la corsa della creazione dell'Istituzione scuola a Bologna. "Quella norma, che conferma la volontà di riorganizzare e tagliare gli sprechi, non limita un organo che migliora spese e organizzazione de nostro organismo", mette in chiaro in commissione, l'assessore comunale alla Scuola, Marilena Pillati. Sel ed M5s, con la novità del decreto, vorrebbero attendere e rimandare il varo dell'Istituzione. Ma le loro 'controspinte' al progetto non sono sole: Francesco Errani (Pd) chiede verifiche sul decreto "per vedere se la strada intrapresa è quella giusta", e Valentina Castaldini (Ncd) vorrebbe un parere del segretario generale, Luca Uguccioni. Ma la Giunta (come promesso a più riprese) tira dritto. Il decreto, sostiene Francesca Bruni del settore Scuola, "non interviene direttamente negli organi e, comunque, quando sarà convertito in legge ci atterremo alle indicazioni, ma noi abbiamo già fatto una ricognizione e un riordino delle Istituzioni, accorpando, per esempio, quella dei Musei". Inoltre, l'Istituzione scuola non raccoglie in sé nuove funzioni, ma quelle già esistenti e "il richiamo del decreto è generale, non significa che lo strumento viene sminuito".
Il decreto, insomma, al contrario di quanto pensano Sel, M5s e parte del Pd, non 'tarpa le ali' all'Istituzione. E non basta la posizione quasi conciliante della vendoliana Cathy La Torre, quando dice che "noi non abbiamo pregiudizi verso la riforma, diciamo solo che bisognerebbe attendere qualche mese per chiarire e, nel frattempo, approfittare per confrontarsi coi lavoratori, perché c'è un clima di sfiducia".
E' più esplicito Mirco Pieralisi (Sel), presidente della commissione Scuola a Palazzo D'Accursio: "La conflittualità con le maestre è sotto gli occhi di tutti, dovremmo coinvolgerli e rassicurarli, non a livello sindacale ma diretto, e dire loro che il contratto scuola si può fare. Senza questi passaggi non posso permettermi di approvare la scelta". Ed Errani: "La partecipazione dei lavoratori su un tema così delicato è importante" e poi "abbiamo chiarito se si può fare il contratto scuola?".
Pillati, però, pur dicendo di "capire le riflessioni" e affermando di "prendermi tutte le mie responsabilità", mette in chiaro che "da gennaio sto occupando la maggior parte del mio tempo sull'Istituzione" e di essere convinta che non valga la pena attendere.
(Wel/ Dire)