Italiani piu' consapevoli su costi, ma poco su impatto ambiente
(DIRE - Notiziario Scuola) Roma, 9 giu. - "C'è un intervento davvero urgente ed è la richiesta di introduzione dell'educazione alimentare e ambientale come materie obbligatorie di insegnamento scolastico. Un intervento da unire a quello che il Governo prevede a favore dell'edilizia scolastica, per legare il contenuto al contenitore". Lo chiede Andrea Segre', presidente di Last Minute Market e coordinatore Pinpas, il Piano nazionale di prevenzione dello spreco alimentare avviato dal ministero dell'Ambiente, presentando i dati dell'inchiesta Waste Watcher per la Giornata mondiale dell'Ambiente 2014 e il decalogo di indicazioni Pinpas per battere lo spreco in Italia alla presenza del ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti.
Spreco di cibo e tutela dell'ambiente sono un binomio interdipendente: il cibo sprecato brucia letteralmente risorse economiche ed ecologiche, consumando percentuali di Pil, ettari di suolo, metri cubi di acqua, tonnellate equivalenti di anidride carbonica. "Ma gli italiani sembrano ancora non rendersene conto- rileva l'ultima inchiesta di Waste Watcher, l'Osservatorio nazionale sugli sprechi avviato da Last Minute Market con Swg- il 52% degli intervistati sostiene che lo spreco di cibo incide solo 'in misura marginale' sulla qualità dell'ambiente e il 5% che incide 'in una qualche misura'. Solo il 43% degli italiani giudica che ci sia una connessione 'elevata' fra spreco alimentare e ambiente. Questo vuol dire che 6 italiani su 10 non mettono in relazione ai danni ambientali lo spreco di cibo".
Merito o colpa della crisi, allo spreco di cibo gli italiani reagiscono. "L'81% del campione di italiani intervistato testa la qualità degli alimenti anche dopo la scadenza, ma è molto confuso sulla sicurezza alimentare- sottolinea Andrea Segrè- il 93% riconosce che lo spreco alimentare può essere ridotto più attraverso un'azione culturale che mediante l'introduzione di regole e leggi ed il 77% è convinto che l'intervento più efficace passi, appunto, per l'educazione scolastica".
Del resto, dall'inchiesta di Waste Watcher, l'Osservatorio nazionale sugli sprechi avviato da Last Minute Market con Swg, emerge che "i giovani (18-24) sono davvero poco attenti e sensibili alle questioni legate allo spreco alimentare e ambientale, sono sempre meno interessati al cibo". Da qui, dunque, "bisogna ripartire- conclude Segrè- a un anno esatto dal primo forte richiamo del Papa sullo spreco alimentare. Nel 2015, anno dell'Expo, vogliamo che nelle scuole di ogni ordine e grado si insegni a dare valore al cibo".
(Wel/ Dire)