(DIRE - Notiziario Scuola) Roma, 28 apr. - Un corridoio e' troppo grigio? I muri delle aule sono scrostati? Il cortile ha bisogno di una ripulita? La porta del bagno e' scardinata, la lampadina e' fulminata, la stampante non funziona piu'? Sono solo alcuni dei tanti piccoli problemi che affliggono la scuola pubblica in tempo di crisi: accanto, naturalmente, alle questioni piu' serie, come la riduzione del personale e del tempo scuola. Le risorse delle amministrazioni sono allo stremo e i tempi di attesa rischiano di essere lunghissimi anche per una semplice riparazione. Cosi' si sta diffondendo sempre di piu', a Roma e in altre citta', una nuova tendenza: la 'compartecipazione' dei genitori alla cura della scuola. I piu' organizzati si riuniscono in associazioni o in comitati, altri semplicemente offrono la propria disponibilita': in tante e diverse forme, i genitori sempre piu' spesso si ritrovano, laboriosi, nelle aule, nei corridoi e nei cortili, ritagliando parte del proprio tempo libero, o addirittura destinando a questo scopo un giorno di ferie o qualche ora di permesso. E affidando i figli a nonni o baby sitter.
A Roma almeno una ventina di scuole hanno ormai consolidato questo modello, facendo parlare di se' proprio per le iniziative intraprese dai genitori: la Di Donato e la Pisacane in testa, con associazioni di genitori impegnate in opere di tinteggiatura, di giardinaggio, di pulizia, ma anche di doposcuola per bambini stranieri: lavori di cui i genitori si fanno carico a tutto tondo, dall'ideazione alla realizzazione, passando anche per l'autofinanziamento, affidato a mercatini e iniziative di vario genere.
Diversi sono i nomi che questo fenomeno assume: attivismo, 'manutenzione partecipata', coinvolgimento dei genitori. Diverse le forme, cosi' come i contesti in cui nasce e le esigenze a cui risponde: da quello della manutenzione a quello dell'integrazione di culture diverse. Diverse anche le criticita' che pone, soprattutto dal punto di vista organizzativo: difficolta' che nascono soprattutto dall'incontro tra un movimento spontaneo come questo e la rigidita' burocratica dell'istituzione scolastica.
Cosi', se da un lato si riconosce il valore di questo coinvolgimento, dall'altra si registra anche, in molti casi, la resistenza da parte dei dirigenti scolastici, per i quali anche solo l'apertura degli spazi in orario extrascolastico rappresenta una difficolta', cosi' come la presenza, all'interno di questi spazi, di persone diverse dalla popolazione scolastica. Cosi', molte volte i genitori devono ingegnarsi anche per superare questi ostacoli burocratici, dando vita a comitati, stipulando polizze assicurative e sempre coordinandosi con l'organizzazione generale della scuola.
Ma c'e' di piu': l'offerta di disponibilita' da parte dei genitori e' sempre accompagnata da una richiesta di partecipazione. In altre parole, non si tratta solo di una forma di 'volontariato', chiamato a supplire alle carenze prodotte da un sistema in crisi. L'attivismo dei genitori nasce infatti da un bisogno di entrare nella scuola anche in maniera propositiva, con incontri e attivita' che rendano la scuola un luogo aperto, integrato nel territorio, 'piazza del quartiere' e spazio qualificato di confronto e riflessione. Insomma, non si tratta solo di rimboccarsi le maniche per sopperire alle carenze strutturali della scuola dei figli, ma di riformare il modello di scuola, ridiscuterne il ruolo, anche alla luce dei cambiamenti sociali, superando l'idea di luogo di istruzione e basta e rispondendo cosi' alla mancanza di spazi di incontro, confronto e socialita' di cui oggi soprattutto le grandi citta' soffrono.
Un modello che trova profonda approvazione da parte dell'attuale Giunta capitolina, ma che chiede anche, al tempo stesso, di essere riconosciuto giuridicamente e disciplinato, come si sta cercando di fare, sempre a Roma, con il nuovo regolamento per il coinvolgimento dei genitori nella manutenzione degli spazi scolatici, attualmente in discussione. Regolamento che non manca di suscitare polemiche, prima ancora di vedere la luce. (Dire-Redattore sociale) (Wel/ Dire)