(DIRE - Notiziario Scuola) Roma, 14 apr. - Studenti e sistema scolastico. Due mondi spesso ritenuti separati e distanti tra loro, soprattutto se si parla di valutazione. In realtà, proprio in fatto di valutazione, i problemi degli studenti e delle scuole "sono strettamente interconnessi". A dirlo sono Amelia Stancanelli del Sisus-Società italiana di scienze umane e sociali qualificata dal Miur per la formazione del personale della scuola, e Paola Bruschi, presidente della rete Passaggi, in occasione del seminario 'Scuola e cultura della valutazione' che si è tenuto nella sede romana del Parlamento europeo alla presenza del presidente Invalsi, Annamaria Ajello, e dell'europarlamentare Silvia Costa.
"I famigerati test Invalsi- ha spiegato Stancanelli all'agenzia Dire- sono vissuti molto male perché non si è capito il ruolo di formazione degli studenti e non di addestramento alla prova, che è un aspetto del tutto inesistente. I test sono uno strumento di formazione". Questo aspetto "si riverbera sulla valutazione delle scuole, di cui la valutazione degli studenti fa parte". Valutare il sistema delle scuole italiane "sarebbe importantissimo- ha aggiunto Bruschi- ma uso il condizionale perché non parliamo di un'azienda", per questo "è molto difficile usare degli standard per classificare e valutare la scuola, che resta ancora oggi, e per fortuna, una comunità di pratiche. Il punto è renderle virtuose. Allora valutare la scuola sui risultati non vuol dire valutarla sugli standard di prestazione finale degli studenti, ma cercare di interconnettere tutti i segmenti interni. Perché la scuola è un'organizzazione complessa e ogni aspetto deve legarsi a un altro. E soprattutto- ha concluso- la scuola è radicata sul territorio e la valutazione si deve attuare anche in base alle pratiche che la scuola mette in atto sul territorio".
(Wel/ Dire)