(DIRE - Notiziario Scuola) Roma, 14 ott. - "Serve una diagnosi e un trattamento precoce che parta anche prima dei tre anni di vita e il tener presente che in riviste importanti sono stati pubblicati lavori scientifici che non si rifanno solo alla validazione di trattamenti comportamentali". Lo sottolinea Filippo Muratori, docente di Neuropsichiatra Infantile dell'Universita' di Pisa, intervenendo al convegno 'Una vita con l'autismo. Diagnosi e terapia, scuola e inserimento sociale: quali prospettive', promosso da Paola Binetti.
Oltre al "noto Dir/Floortime ci sono, per il trattamento precoce dell'autismo, due modelli che presentano studi molto piu' forti: l'Early Start Denver Model", di Sally Rogers e Geraldine Dawson, e il "PACT Model di Jonathan Green di stampo evolutivo. Su questi due approcci- continua Muratori- ci sono studi migliori e meglio pubblicati rispetto a quelli dell'Aba. I risultati sono gia' stati divulgati e hanno dimostrato un miglioramento sia nella componente autistica che nei profili di sviluppo".
Un'altra questione "aperta- commenta il neuropsichiatra infantile- riguarda cio' che viene fatto in Italia al di fuori dei trattamenti standardizzati. Abbiamo le 18-20 ore di insegnamento di sostegno e la frequentazione della scuola normale, che nel nostro Paese non vengono quasi considerate come fattore terapeutico". In realta' costituiscono "una risorsa economica dello Stato italiano non adeguatamente sfruttata- rimarca lo studioso- e questo e' un problema che deve essere posto in primo piano".
(Wel/ Dire)