SONO 500 MILA GLI ALUNNI CON DISTURBI DEL COMPORTAMENTO O DELL'ATTENZIONE.
(DIRE - Notiziario scuola) Roma, 10 dic. - Esiste una "via italiana" all'inclusione scolastica, modello di riferimento in Europa e soggetta, in questo momento, a revisione e adeguamento alle mutate condizioni sociali: e' quanto ha ribadito il ministero dell'istruzione Profumo in occasione del seminario nazionale dedicato a questa tematica che si e' tenuto il 6 dicembre a Roma presso il suo dicastero. "In Italia l'integrazione scolastica degli alunni con disabilita' ha ormai una lunga storia", ha scritto in un messaggio il ministro, assente per impegni in Senato e al governo, il quale ha ringraziato "i componenti dell'Osservatorio nazionale permanente per l'integrazione degli alunni con disabilita', che ho incontrato nello scorso mese di maggio".
Nonostante la grande positivita' del modello italiano, tuttavia permangono delle "criticita', alle quali - spiega il ministro - cerchiamo oggi di dare risposta con un provvedimento che, da una parte, ha l'obiettivo di rafforzare l'organizzazione territoriale del Miur per l'inclusione scolastica, dall'altro affronta il tema dei Bisogni educativi speciali (Bes), ossia di una vasta gamma di problematicita' che non rientrano nella legge 104 ne' nella 170/2010. In questo senso - ha precisato il ministro - ogni alunno, con continuita' o per determinati periodi, puo' manifestare bisogni educativi speciali, rispetto ai quali e' necessario che le scuole offrano adeguata e personalizzata risposta". In questo quadro, dunque, occorre un ripensamento del modello di inclusione, che non rivolga piu' soltanto agli alunni con disabilita' "codificate", come ha spiegato poi Raffaele Ciambrone (Ufficio disabilita' del Miur). "Sono circa 500 mila- ha riferito Ciambrone - gli alunni con bisogni speciali che non rientrano ne' nella legge 104, ne' nella 170: stiamo parlando di ragazzi con disturbi del comportamento o dell'attenzione, con ritardi linguistici o sindrome di Asperger e di tutti i ragazzi con un quoziente intellettivo tra 70 e 85, cioe' appena sopra il limite previsto dalla normativa per l'assegnazione del sostegno.
La nuova direttiva - ha detto ancora Ciambrone - prevede che a tutti questi siano riconosciute le stesse misure dispensative e compensative e la stessa didattica inclusiva e personalizzata gia' prevista per gli alunni con disabilita' certificata". A proposito di classificazioni, poi, "e' prevista per gennaio l'emanazione delle linee guida sugli Icf Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilita' e della Salute, ndr) - ha annunciato Ciambrone - che dovrebbe dare uniformita' al percorso diagnostico e certificatorio su tutto il territorio nazionale, visto che ora esistono notevoli discrepanze".
In presenza di un contesto cosi' complesso e variegato, Andrea Canevaro, professore dell'Universita' di Bologna e presidente onorario della Sipes (Societa' italiana di Pedagogia speciale), ha suggerito il superamento del tradizionale "sostegno individuale" e il passaggio a un "sostegno di prossimita'", in cui non si promuova tanto lo "specialismo esclusivo", quanto la tessitura di "relazioni tra professionalita' competenti e il contorno sociale non competente che con il soggetto ha maggiore intensita' di rapporti: non propongo di eliminare il sostegno - ha precisato - ma di perfezionarlo, rendendolo evolutivo". (Wel/ Dire)