(DIRE - Notiziario settimanale Sanita') Napoli, 23 set. - "Noi lavoriamo in un territorio molto difficile e delicato, che e' quello dell'area a nord di Napoli.
Nei nostri comuni insistono rioni in cui purtroppo la tossicodipendenza ha un'alta prevalenza. Si tratta di rioni mercato di spaccio addirittura a livello europeo, parliamo del Rione Parco Verde a Caivano, del Rione Salicelle ad Afragola o del Rione Toiano a Pozzuoli. I ragazzi di questi rioni che afferiscono ai Ser.D. sono pero' davvero felici quando vedono arrivare un medico oppure uno specialista, come l'epatologo, che si prende cura di loro". Lo ha detto la dottoressa Maria D'Anto', responsabile del Centro prescrittore farmaci HCV della ASL Napoli 2, intervenendo al corso di formazione ECM dal titolo 'Buone prassi e networking nella gestione dell'epatite C in soggetti con disturbo da addiction, al tempo del Coronavirus', organizzato a Pozzuoli dal provider Letscom E3 con il contributo non condizionante di AbbVie.
L'evento, che apre il calendario dei 17 corsi previsti sul territorio nazionale, rientra nell'ambito del progetto 'HAND - Hepatitis in Addiction Network Delivery', il primo progetto pilota di networking a livello nazionale patrocinato da quattro societa' scientifiche (SIMIT, FeDerSerD, SIPaD e SITD), che coinvolge i Servizi per le Dipendenze e i relativi Centri di cura per l'HCV afferenti a diverse citta' italiane. "Molti di questi ragazzi sono veramente soli, provengono da un tessuto sociale fatto di degrado e ignoranza- ha raccontato ancora D'Anto'- spesso non hanno neanche la possibilita' economica ne' i mezzi per raggiungere un policlinico o un ospedale di malattie infettive". Per questo il progetto 'HAND' e' "molto importante", perche' gli esperti, tutti insieme, aiutano questi giovani "a combattere le loro dipendenze, a curare il loro fegato o le loro malattie epatiche. È questo il vero senso del 'linkage to care'".
Piu' in generale, l'esperta ha quindi sottolineato l'importanza per i pazienti con epatite C di riprendere al piu' presto le terapie interrotte a causa dell'emergenza sanitaria legata al Covid-19. "Questi pazienti devono quanto prima tornare a curarsi per eradicare l'HCV dal nostro Paese, che prevediamo e speriamo avvenga nel 2030- ha detto D'Anto'- Esistono moltissime complicanze collegate al virus dell'Epatite C, sia epatiche sia extra epatiche. A livello epatico sappiamo come il virus possa causare infiammazione, fibrosi, quindi epatite cronica, cirrosi epatica e anche epatocarcinoma. Quanto alla manifestazioni extra epatiche, invece, sono da ricordare tutte le malattie ematologiche collegate all'infezione da HCV, come per esempio i linfomi. Ma il virus dell'Epatite C infetta anche la placca aterosclerotica, quindi a volte e' causa di aterosclerosi, ictus e infarti. E ancora: il virus infetta il pancreas, quindi chi ha l'HCV ha una piu' alta incidenza di diabete. Insomma, eradichiamo questo virus- ha concluso- perche' molti problemi sanitari e molte malattie saranno in questo modo debellate".
(Red/ Dire)