(DIRE - Notiziario settimanale Sanita') Roma, 16 set. - "Quello delle sindromi post-Covid e' un mondo che stiamo scoprendo adesso, stiamo richiamando in follow up tutti i pazienti guariti, ormai da diversi mesi, ed effettivamente vediamo che in una certa numerosita' di questi pazienti rimangono segni della malattia, come difficolta' respiratoria e un certo stato anche di depressione. D'altronde il Coronavirus ha comportato tutta una serie di situazioni difficili da gestire per il paziente stesso, rinchiuso in isolamento".
Risponde cosi' l'infettivologo Massimo Andreoni, direttore della UOC Malattie Infettive al Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Societa' italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), interpellato dall'agenzia Dire in merito a tutta una serie di effetti a lungo termine che il Coronavirus puo' lasciare sugli ex pazienti.
"Credo che avremo bisogno ancora di qualche mese per capire cosa di tutto questo restera'- ha proseguito Andreoni- Io ho fiducia che molte di queste sindromi passeranno con il tempo, pero' certamente oggi rispondere a questa domanda non e' semplice, perche' ancora non abbiamo dati sufficientemente provati per poter stabilire con certezza cosa rimane dalla malattia".
Per questo motivo SIDeMaST ha messo a disposizione "un servizio gratuito di video-consulto a distanza denominato 'Atopia visita virtuale'- ha fatto sapere la presidente della societa', Ketty Peris- che sara' attivo fino a fine dicembre 2020. L'obiettivo e' indirizzare il paziente presso un centro specialistico dedicato alle cure di tale patologia".
Ma oltre a questa iniziativa sara' attivato a breve, per il secondo anno consecutivo, il servizio promosso dalla campagna 'Dalla parte della tua pelle', che prevede "una giornata dedicata a consulti gratuiti, su prenotazione- ha aggiunto Peris- in 30 centri ospedalieri-universitari in tutta Italia", durante la quale potranno essere fornite "tutte le possibili indicazioni per un ottimale percorso diagnostico e terapeutico della dermatite atopica".
La dermatite atopica e' una patologia che puo' comportare conseguenze gravi anche in ambito lavorativo. "È stato dimostrato che i pazienti affetti da dermatite atopica hanno piu' probabilita' rispetto alla popolazione sana di essere disoccupati e cio' implica costi sociali notevoli- ha spiegato Mario Picozza, presidente ANDeA- Questi ultimi, poi, aumentano se si considera il fatto che circa la meta' dei malati presenta problemi di produttivita' lavorativa o assenteismo per via dello stress legato alla patologia e alla privazione di un adeguato riposo a causa del prurito incessante".
Gli stessi sintomi della dermatite atopica possono quindi provocare "incidenti o infortuni lavorativi. Insomma, la quotidianita' e' compromessa- ha aggiunto Picozza- e si notano evidenti limitazioni nella scelta dei percorsi di carriera o di studio da parte dei pazienti". Per quanto riguarda gli adolescenti la situazione non e' delle migliori. Secondo una recente analisi pubblicata su 'The Journal of Allergy and Clinical Immunology', il 39% dei giovani tra i 14 e i 17 anni e' stato bullizzato o preso in giro a scuola a causa della malattia. L'aggravamento della patologia, poi, ha avuto un impatto sul percorso scolastico del 46% degli adolescenti "Se si considera che ogni anno, in tutto il mondo, i giovani affetti da dermatite atopica perdono dai 7 agli 11 giorni di scuola e che il 36% dei caregiver e dei ragazzi con la malattia soffre di ansia o depressione- ha proseguito ancora Picozza- si comprende che il quadro e' piu' preoccupante di quanto si possa immaginare".
Durante il webinar gli esperti hanno infine concordato su quanto sia fondamentale che le misure di controllo della pandemia non comportino impedimenti nella continuita' terapeutica dei pazienti con malattie croniche. Per la dermatite atopica, circa un anno fa, AIFA ha approvato l'uso di un nuovo farmaco. "Si tratta di dupilumab, un anticorpo monoclonale indicato per il trattamento della dermatite atopica e a carico del Servizio Sanitario Nazionale per il trattamento di adulti con la forma grave della patologia- ha spiegato Sandra Petraglia, dirigente Area Pre-Autorizzazione AIFA- come alternativa per tutti quei pazienti per i quali la terapia con ciclosporina e altre terapie standard non hanno avuto gli effetti desiderati".
Il farmaco viene erogato dalle farmacie ospedaliere e territoriali con la presentazione di una ricetta medica compilata da un dermatologo. "Garantire ai pazienti un equo e rapido accesso ai farmaci piu' innovativi in modo omogeneo sul territorio nazionale, confermare la validita' dei piani terapeutici e informare malati e personale medico sulle reali condizioni di rischio- ha concluso Petraglia- sono punti su cui bisogna assolutamente lavorare per la fase II, nell'ottica di aiutare le persone con malattie croniche, proprio come la dermatite atopica, che sono esposte a maggior rischio in caso di contagio da Covid-19".
Al webinar, moderato da Ilaria Ciancaleoni Bartoli, direttore Osservatorio Malattie Rare, hanno partecipato anche Vito De Filippo, della Commissione XII Affari Sociali della Camera, e Roberta Venturi, responsabile Sportello Legale Osservatorio Malattie Rare.
(Red/ Dire)