Roma, 11 mar. - "È necessario cominciare a pensare alla prevenzione della terza eta' sul lavoro. Non si puo' piu' andare in pensione in giovane eta' e ormai si invecchia lavorando.
Dunque, bisogna far si' che l'invecchiamento non coincida con un processo degenerativo, ma con una modalita' per raggiungere la vecchiaia in benessere". È questo il monito di Umberto Moscato, past president sezione Lazio della Societa' italiana di igiene e medicina preventiva (SItI), intervistato dall'agenzia DIRE.
Al centro il concetto di Medicina del lavoro. I fattori di rischio "non sono piu' esclusivamente ambientali", ormai si va dallo "stress-lavoro correlato alle caratteristiche metaboliche", fino alla senilita'. La Medicina del lavoro ha "finora limitato i suoi interventi a qualche caso nell'ambito della corretta prevenzione del singolo lavoratore o della collettivita' di lavoro. Ha lasciato fuori pero'- sottolinea Moscato- il fattore terzieta': cioe' l'impatto sulle componenti terze con cui si viene a contatto".
Il modello a cui giungere deve vedere "il datore di lavoro interessato a che i propri dipendenti stiano in buona salute".
Per questo motivo la Medicina del lavoro e' inscindibile dall'attivita' "delle neuroscienze e delle componenti di natura psicologica e psico-comportamentale, oltre che di tutte quelle scienze psico-sociali del comportamento o delle condizioni sul lavoro. Dobbiamo iniziare a pensare a una prevenzione globale con una stretta intercorrelazione tra professionisti di diverse discipline. Perche'-continua il professore- e' fondamentale sapere che un lavoratore che lavora in una condizione non stressata e soddisfacente produce di piu' ed ha anche meno rischi di andare incontro ad incidenti a volte fatali".
Sempre piu' "dovremmo abituarci a pensare che il lavoro e' l'elemento fondante dell'essere umano. Dobbiamo garantire dignita' - non solo economica ma di salute - alla persona, magari destinando anche buona parte delle risorse, attualmente impegnate in altre modalita', in benefit per la salute. Cosicche' alle aziende produttive- aggiunge Moscato- sia permesso di garantire al lavoratore, in stretta associazione con medici e specialisti del campo sanitario, di invecchiare in uno stato di salute ideale".
Infine, il past president Siti Lazio, lancia un appello a tutti gli operatori sanitari: "Sarebbe auspicabile che tutti i colleghi professionisti avessero la possibilita' di potersi vaccinare- conclude- cosi' da avere una copertura tale da tutelare se stessi e tutti coloro che trattano nell'ambito delle attivita' assistenziali".
(Red/ Dire)