Coronavirus, Omceo Roma: Evitare che si diffonda in citta'
"Terapie intensive 'tengono botta', ma problema se polmoniti esplodono"
Roma, 11 mar. - "Dobbiamo evitare che il Coronavirus si diffonda nella Capitale e dobbiamo seguire le pratiche che sappiamo, per esempio le persone anziane o debilitate e' meglio che rimangano a casa". Cosi' il presidente dell'Ordine dei Medici Roma, Antonio Magi, intervistato dall'agenzia Dire.
"I reparti di terapia intensiva a Roma e nel Lazio per adesso tengono botta- fa sapere Magi- certo che se si dovessero presentare 300 persone tutte nello stesso giorno sarebbe un problema...". Secondo Magi, bisogna evitare che "ci siano le polmoniti, perche' se i pazienti arrivano tutti insieme non siamo in grado di poterli accogliere. Le persone devono responsabilizzarsi, devono evitare di uscire, se possibile. In questo momento l'importante e' evitare che ci sia il contagio". Al momento, assicura pero' il presidente dei camici bianchi capitolini, le terapie intensive di Roma e del Lazio "tengono botta".
Quanto alle mascherina di protezione, e' necessario ora che tutti i cittadini le indossino? "È un modo per proteggersi, volendo- risponde Magi- ma per esempio io ora sto camminando in strada e non la indosso...".
Lunedi' intanto si e' riunito il direttivo dell'Ordine dei Medici di Roma, per discutere sulle iniziative a tutela dei pazienti e del personale medico ed esaminare la situazione di Roma e del Lazio alla luce dell'emergenza Coronavirus. E' stato diffuso un documento di sintesi e di indirizzo, proprio per fronteggiare la situazione sanitaria legata al nuovo virus. "La prima cosa che chiediamo- spiega Magi alla Dire- e' che non escano continuamente decreti, uno dietro l'altro, altrimenti non si capisce piu' nulla. È necessario che ci siano delle indicazioni chiare e univoche da parte del governo ma soprattutto delle Regioni, perche' ognuna dice la sua. È indispensabile che quando si facciano dei decreti ci sia la possibilita' anche di applicarli, perche' quando si dice che bisogna usare dei dispositivi di protezione individuale, come nel caso del personale sanitario, ma poi questi dispositivi non ci sono, allora non si puo' emanare un decreto". Anche a livello nazionale ci deve essere "un'unica voce autorevole, che sia quella del ministero della Salute o dell'Istituto superiore di Sanita', a comunicare anche in televisione. Altrimenti le persone giustamente si allarmano", conclude Magi.
(Red/Dire)
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