Roma, 26 feb. - Crisi di vertigini, sordita', acufeni e senso di ovattamento. Sono questi i sintomi che accompagnano oltre 240mila italiani che soffrono della sindrome di Meniere, una patologia ancora non riconosciuta dallo Stato come malattia cronica e invalidante. Per questo mercoledi' 26 febbraio, presso la Camera dei Deputati, verra' presentato il Progetto di Legge 'Norme per il riconoscimento della sindrome di Meniere come malattia cronica e invalidante', che vede l'onorevole Michela Rostan, vicepresidente della Commissione Affari sociali prima firmataria. Insieme a lei Nadia Gaggioli, presidente dell'Associazione Malati Meniere Insieme Odvonlus, Bologna, Mauro Tronti, vicepresidente dell'Associazione Malati Meniere Insieme Odvonlus, Roma e Giuseppe Attanasio, PhD, Specialista in Otorinolaringoiatria, Dipartimento Assistenziale Integrato Testa-Collo, Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico Umberto I di Roma.
Per capire meglio di cosa si tratta, quali sono tutti i sintomi e i trattamenti che possono migliorare il quadro clinico, l'agenzia di stampa Dire ha intervistato il professor Giuseppe Attanasio del policlinico Umberto I.
- A giorni la presentazione del disegno di legge per il riconoscimento della Malattia di Meniere come patologia cronica e invalidante. Quanti pazienti ci sono in Italia e in cosa consiste la malattia? "A oggi non si conosce il numero preciso di malati. Si stima che la prevalenza in Italia sia di 240mila pazienti con un ritmo di crescita di 3.600 nuovi casi ogni anno. La malattia di Meniere colpisce l'orecchio e coinvolge sia la parte uditiva che vestibolare. I sintomi tipici di questa patologia sono: la perdita dell'udito, le crisi vertiginose rotatorie intense che possono durare 20 minuti ma anche tutto il giorno, accompagnate da nausea, vomito e sudorazione fredda. Insomma, tutti sintomi neurovegetativi. E ancora gli acufeni, ovvero quando il paziente percepisce un suono in assenza di fonte esterna che lo produce. Il quarto sintomo tipico e' la fullness, che corrisponde alla sensazione di ovattamento e di pressione che dall'interno della testa va verso l'esterno. Questi quattro indicatori, quando sono tutti presenti, rendono la diagnosi della malattia di Meniere molto semplice. La diminuzione dell'udito puo' essere fluttuante, le crisi vertiginose altalenanti e quando spariscono a volte si riacquista l'udito".
- Quindi perche' e' difficile inquadrare il paziente con Meniere? "Perche' questa malattia- prosegue Attanasio- non sempre si presenta cosi'. Possono comparire solo le vertigini o gli acufeni, oppure c'e' ipoacussia ma non le vertigini o la fullness. Insomma, l'esordio della malattia puo' essere diverso e percio' all'esordio la diagnosi puo' essere confusa con una labirintite o una ipoacussia improvvisa e poi man mano che passano i mesi e gli anni si presentano gli altri sintomi. A quel punto pero' la patologia e' conclamata. La difficolta' di riconoscere questa malattia risiede nel fatto che e' 'invisibile' percio' e' estremamente invalidante e lascia a casa il paziente con un senso d'insicurezza molto forte oltre ad avere difficolta' nelle relazioni interpersonali. L'andamento e' imprevedibile, tra una crisi e l'altra possono verificarsi periodi di assoluto benessere e possono durare qualche anno. Non esiste un esame specifico che consenta la diagnosi ed e' per questo che e' demandato tutto allo studio dei sintomi che si sono manifestati nella storia del paziente. Quindi possono passare anche anni prima che il malato venga inquadrato".
- Le cause? "E' una malattia a cause multifattoriali che possono essere autoimmuni, genetiche, vascolari e di natura emozionale. Ci siamo accorti- continua Attanasio- che 'l'abitus' psicologico del paziente molto spesso e' caratterizzato da una personalita' precisa, esigente con se stessa e con gli altri e dunque contraddistinta da forti conflitti relazionali. Chiaramente questo e' un fattore favorente e non scatenante. Tante le cause ma non e' da escludere, come abbiamo dimostrato io e il mio team dell'Umberto I in quattro lavori pubblicati su riviste internazionali, che l'80% dei pazienti con malattia di Meniere presentano un disturbo del deflusso venoso che dall'orecchio va verso il cuore: in questo caso parliamo dell'insufficienza venosa cerebrospinale cronica. Noi lo abbiamo dimostrato sottoponendo 142 pazienti con Meniere a una operazione vascolare, l'angioplastica percutanea transubliminale, che e' un'intervento in anestesia totale. Ci si avvale di un catetere venoso femorale per una procedura che dura non piu' di 50 minuti: abbiamo appurato che c'e' stata nell'80% di loro una significativa diminuzione delle crisi vertiginose post intervento. Questa e' una strada che riteniamo molto valida tra le cure proposte ed e' specifica per le vertigini. Chiaramente ci sono altre pratiche, come la piu' aggressiva neurotomia vestibolare. Entrambe le pratiche comunque non sono in grado di fermare il progressivo peggioramento uditivo anche in quei pazienti che vengono trattati chirurgicamente e destinati percio' ad una protesizzazione acustica bilaterale".
- Quanto e' importante che venga accolto questo disegno di legge per tutti coloro che soffrono della malattia di Meniere? "E' importantissimo. Ogni volta che si tratta di patologie in assenza di manifestazione clinica evidente e' difficile seguire l'evoluzione. Di certo l'ipoacussia, la vertigine e l'acufene e' associati insieme sono estremamente invalidanti. Gia' uno solo di questi rende la vita peggiore. Alla luce di tutto questo e' chiaro che la Meniere deve essere riconosciuta come una sindrome severa e invalidante. E' importante che la comunita' se ne faccia carico per offrire, tramite il Ssn, servizi gratuiti a questi pazienti. Il problema, infine, e' che tutti i farmaci usati nel trattamento sono in fascia C, cioe' completamente a carico del malato, cosi' come gli esami diagnostici che non sono coperti da esenzione. Questa- conclude Attanasio- darebbe la possibilita' di sottoporre il paziente ad esami piu' costanti monitorando meglio il decorso della malattia".
(Red/ Dire)