"Modello Uscar vincente, nel Lazio risultati che non ha nessuno in Italia"
(DIRE - Notiziario settimanale Sanita') Roma, 2 dic. - "Da marzo a oggi le Unita' speciali di continuita' assistenziale regionali (Uscar, ndr) hanno consentito nel Lazio di portare a casa dei risultati che in termini numerici non ha nessuno in Italia. Se vogliono lavorare sulla base di norme e cavilli, lo facciano pure. Ma qualcuno risponda alla mia domanda: oggi un'equipe e' andata a valutare le condizioni di salute di 57 anziani su 80 in una Rsa a Morena, nell'Asl Roma 2. Chi avrebbe dovuto visitarli? Bisognava chiamare 57 medici di famiglia? E se si tratta di Covid?". Cosi' il vice presidente dell'Ordine dei Medici di Roma e segretario provinciale della Fimmg, Pier Luigi Bartoletti, ha commentato, all'agenzia Dire, una nuova sentenza del Tar del Lazio che, in seguito a un ricorso dei sindacati Snami e Cipe, pone una distinzione netta: i pazienti Covid a casa devono essere gestiti e visitati "in via esclusiva" dalle Usca, mentre i medici di base devono occuparsi dei pazienti non Covid.
"A me non interessano questi cavilli, sono un medico e voglio guarire le persone e far lavorare i miei colleghi in sicurezza- ha aggiunto Bartoletti- Proprio come il primo ricorso (quello presentato dallo Smi contro il provvedimento della Regione Lazio che ha impiegato i medici di famiglia nelle Uscar per l'assistenza domiciliare, ndr) si sta discutendo di un modello che funziona. La richiesta delle Usca era prevista dalla normativa nazionale a marzo, quando eravamo di fronte a una situazione epidemica diversa, in Lombardia c'erano problemi di ricettivita' ospedaliera. Nel Lazio non ci si e' limitati alla norma, ma ci si e' organizzati per far fronte alle richieste di questo territorio. Tutto questo non va bene?".
(Mel/ Dire)