Roma, 1 apr. - "È vero che se mancano i respiratori i pazienti rischiano di morire, ma non si puo' ignorare che la gestione dell'emergenza inizi dalla porta d'accesso degli ospedali, e cioe' dai Pronto Soccorso". È l'allarme lanciato dalla Simeu, Societa' italiana della medicine di emergenza urgenza, impegnata come societa' scientifica a elaborare e pubblicare documenti sulla gestione dei pazienti affetti da coronavirus, che vengono poi messi a disposizione di tutti.
Da una recente indagine Simeu, emerge che, quotidianamente, 4 diagnosi di COVID19 su 10 si concentrano in pronto soccorso, mentre il restante si distribuisce fra medici di Medicina generale, distretti di Sanita' pubblica e casi di pazienti gia' ricoverati in ospedale. I pronto soccorso italiani quindi gestiscono il primo impatto dei pazienti Covid19 con l'ospedale e sono in prima linea nella cura dei pazienti e anche nel rischio di contrarre la malattia se non dotati dei DPI adeguati (dispositivi di protezione individuale). Ma non tutte in le regioni le iniziative messe in campo sono in accordo con questo dato. È il caso di una recente ordinanza della Regione Toscana, che dispone la destinazione delle mascherine a piu' alta protezione esclusivamente ai reparti di terapia intensiva.
"Come in qualsiasi situazione di emergenza, compresa questa, straordinaria, che stiamo vivendo- sottolinea Salvatore Manca, presidente nazionale Simeu- la risposta deve riguardare tutto il sistema non solo la tappa finale, quindi tutto il percorso sin dall'arrivo in pronto soccorso. È inammissibile che il personale dei Pronto Soccorso e del 118, non sia dotato degli adeguati presidi di protezione contro il contagio, medici e infermieri dell'emergenza da sempre in prima linea rischiano seriamente di ammalarsi. Non possiamo sicuramente permetterci una riduzione ulteriore del numero degli operatori sanitari a causa della mancata distribuzione di DPI adeguati".
(Red/ Dire)