Roma, 25 set. - L'arresto cardiaco improvviso e' responsabile di 50mila morti in Italia e in una percentuale compresa tra il 6 e il 14% dei casi tale evento si verifica in soggetti esenti da chiare cardiopatie strutturali. L'incidenza di fibrillazione ventricolare idiopatica (non associata cioe' a cardiopatie strutturali ne' a segni elettrocardiografici riferibili a specifiche canalopatie) e' stimata, nella popolazione generale, nella fascia di eta' compresa tra 35 e 45 anni, in 1 caso ogni 30mila individui. La popolazione degli sportivi 'sani' presenta questo stesso modesto profilo di rischio di morte improvvisa.
Sono i dati contenuti nel documento di approfondimento redatto da Arca, associazioni regionali dei cardiologi ambulatoriali, da ventisette anni punto di riferimento del panorama medico-scientifico, che indaga le cause di morte cardiaca improvvisa nella comunita' sportiva. Intanto sono numerosi e significativi sono i casi di sportivi, professionisti e non, che manifestano disturbi cardiaci.
"Il meccanismo piu' comune alla base della morte improvvisa cardiaca- spiega il professor Giovanni Zito, specialista in Cardiologia e in Medicina dello Sport- e' rappresentato dalle tachiaritmie ventricolari, come la tachicardia ventricolare e la fibrillazione ventricolare. Il training fisico, specie se intenso, provoca modifiche anatomiche e funzionali del cuore, che vanno sotto il nome di cuore d'atleta".
Secondo Zito, non bisogna trascurare "i controlli clinici nonche' i principali esami emato-chimici. Infine, la regolamentazione del rilascio dell'idoneita' alla pratica dell'attivita' sportiva agonistica e' estremamente rigorosa.
L'Italia nella prevenzione della morte improvvisa degli atleti ha fatto grandi passi in avanti ma si deve fare di piu'".
L'identikit e' quello dell'atleta under-35 che pratica abituale attivita' sportiva, anche non a livello agonistico, e apparentemente sano. Ma che soprattutto presenta un quadro clinico dell'arresto cardiaco comune: una intensa fitta al cuore che costringe a terra, la perdita di conoscenza e il decesso entro un breve intervallo temporale nonostante tempestivita' dei soccorsi e del trasporto in ospedale.
(Red/ Dire)