Roma, 25 set. - "I pazienti con epatite C devono stare tranquilli perche' si vigilera' sulla loro patologia e su questo ci sara' un'ampia discussione. La tematica dovra' necessariamente entrare nell'agenda politica, considerando che sono quasi 200mila i pazienti gia' in trattamento e pochi di piu' quelli che l'hanno senza saperlo e che andranno curati. L'agenda politica dovra' quindi prevedere di liberare risorse per i farmaci, aiutare nella diagnosi precoce, formare i medici, sostenere le associazioni ed educare i pazienti stessi a conoscere questa patologia, perche' se la conoscono la controllano, se la controllano la scovano e se la scovano la trattano". Cosi' il viceministro alla Salute, Pierpaolo Sileri, gia' presidente della XII Commissione Igiene e Sanita' del Senato, oggi alla sua prima uscita con la nuova carica, intervenendo a Roma alla conferenza stampa 'Alleanza contro l'epatite 2019', promossa dalle societa' scientifiche Aisf (Associazione italiana per lo studio del Fegato) e Simit (Societa' italiana di Malattie Infettive e Tropicali), con il patrocinio di EpaC Onlus.
"Sara' necessario liberare risorse per pagare le terapie- ha proseguito Sileri- e far si' che tutti i servizi sanitari regionali siano quanto piu' omogenei possibile nel trattamento e quindi nell'acquisto dei farmaci, nella loro erogazione e nei percorsi, ma altrettanto nell'identificazione e nella diagnosi di quelle persone che hanno l'epatite C ma ancora non lo sanno".
Secondo il viceministro alla Salute, quindi, bisogna investire nei farmaci perche' "un paziente che sta bene contribuisce al benessere del prodotto interno lordo- ha sottolineato- Si parla sempre di costi del servizio sanitario nazionale perche' giustamente si tratta di risorse pubbliche che vanno controllate ed erogate con giudizio. Ma e' anche vero che un paziente che sta bene torna prima a lavoro ed e' un paziente che e' produttivo, cosi' come e' produttiva la famiglia che e' intorno a lui. Basti pensare a quante '104' vengono utilizzate per accudire un familiare che sta male. Quindi avere qualcuno che sta bene, in salute e quanto piu' a lungo possibile nella propria famiglia- ha concluso Sileri- significa liberare risorse lavorative che contribuiscono al prodotto interno lordo".
(Red/ Dire)