Osky in citta' dopo 8 milioni di passi, e non vuol fermarsi
Milano, 30 ott. - "Ho messo in pausa la mia vita per girare l'Italia a piedi e unirmi a chi si batte contro la sclerosi multipla". E' la scelta controcorrente di Marco Togni, detto "Osky", un ingegnere ligure di 36 anni che ha deciso di lasciare il suo lavoro per un anno e dedicarsi ai diritti di chi e' affetto da sclerosi multipla: per farlo ha deciso di mettersi in cammino attraverso 18 regioni italiane e compiere un viaggio a piedi di circa 6.000 chilometri in 259 giorni. Partito dal Ponte Morandi, simbolo di caduta e rinascita per Genova, lo scorso 17 marzo, "Osky" ieri e' arrivato a Milano dopo oltre sette mesi di viaggio alle spalle, piu' di 5.000 chilometri percorsi a piedi, ovvero piu' di otto milioni di passi, quasi l'intera Italia percorsa in lungo e in largo. Tutto per sindaci e istituzioni regionali di sottoscrivere la Carta dei diritti delle persone con sclerosi multipla.
"La mia impresa nasce 10 anni fa, un sabato sera con alcuni amici, quando progettammo il giro d'Italia in macchina in cinque giorni, ma le cose poi andarono diversamente...", racconta Togni all'incontro organizzato all'Aism milanese in via Duccio di Boninsegna. "Tornando a casa quella sera pensai: 'Io un giorno quel giro lo faro', ma lo faro' a piedi e lo faro' portando avanti una causa importante'". Ovvero, sostenere i diritti dei malati di sclerosi multipla, sebbene Marco non ne sia affetto e neppure alcun familiare o amici ne soffrano. "L'idea- spiega- e' venuta a una mia amica, mi disse: 'Perche' non cammini per chi fa piu' fatica di te a farlo?'". Da qui il sodalizio con l'Aism che ha accolto a braccia aperte il giovane ingegnere oggi suo appassionato ambasciatore, e la nascita del progetto di viaggio chiamato #OSKY4AISM, che si propone anche sui social (Facebook e Instagram).
Sui social, ogni giorno, Osky racconta con immagini, storie e parole la sua esperienza di cammino e l'incontro con tante sezioni provinciali di Aism, con le persone che lottano contro la malattia e con le istituzioni che firmano la Carta dei diritti in loro sostegno. La partenza e' stata lo scorso 17 marzo da sotto il Ponte Morandi, "perche' mentre studiavo le tappe del giro, si verifico' il crollo, e allora pensai che da li' sarei partito". Significativa anche la scelta della data: "Il 17 marzo e' l'anniversario dell'Unita' d'Italia, anche questo poteva essere un bel messaggio di unita' in un periodo di grandi divisioni".
Da Genova Marco e' sceso lungo la parte tirrenica della Penisola, in un mese ha raggiunto Roma, e poi giu' fino alla Calabria, Basilicata e Puglia, per risalire dalla parte adriatica dello 'Stivale', arrivando a citta' come Perugia, Firenze, Bologna, e poi 'conquistare' anche Veneto, Trentino, Friuli Venezia Giulia, e infine la Lombardia. Ieri l'arrivo a Milano, dove, dopo un po' di riposo, e' ripartita la sua missione: qui Togni ha incontrato alcuni esponenti del Consiglio regionale, e oggi l'assessore regionale al Welfare Giulio Gallera e quello alle Politiche sociali del Comune di Milano Gabriele Rabaiotti. Tra le prossime tappe, che toccheranno quasi tutte le regioni, figurano Piemonte e Val d'Aosta, poi il rientro a Genova il 30 novembre. Ma non finira' qui: a dicembre Osky raggiungera' le isole, ma ovviamente con i mezzi.
"Quando sono partito non conoscevo persone affette da sclerosi multipla, oggi sono felice di averne conosciute tante, imparando innanzitutto a non identificare la malattia con la persona", dice ancora Osky ripensando a quella "ragazza, malata di sclerosi multipla, conosciuta in Lazio, che volle fare una tappa con me: fu cosi' bello il viaggio insieme che facemmo, sempre insieme, l'incontro in quel Comune laziale, e ci ripromettemmo di rivederci per un'altra tappa: accadde con quella tra Assisi e Perugia quattro mesi dopo". Lei, aggiunge, "si e' ammalata a 10 anni, ma tutt'oggi ama camminare, anche fare arrampicate".
Perche' oggi le cure contro la sclerosi multipla sono molto efficaci e possono permettere ai pazienti di vivere una qualita' della vita impensabile 30 anni fa. Ne parla Gabriele Schiavi consigliere nazionale dell'Aism: "Se 30 anni fa davanti a questi pazienti c'era il buio, con un solo farmaco disponibile, oggi ce ne sono una quindicina e quattro o cinque nuovi in arrivo". Per questo, prosegue Schiavi, "raccogliere fondi per la ricerca e' importantissimo, le nuove cure fanno la differenza: se in passato il 70% dei malati di sclerosi multipla era destinato alla sedia a rotelle, oggi la percentuale scende al 25%". L'Italia fra l'altro, conclude il consigliere dell'Aism, "porta avanti una ricerca avanzata contro questa patologia, siamo al terzo posto al mondo, al pari del Regno Unito, e con alla spalle colossi come gli Stati Uniti".
(Red/ Dire)