Roma, 16 ott. - La violenza fisica nei confronti degli infermieri in quasi tutti i casi (105 su 113) si verifica nel reparto o nella struttura di riferimento. Nella maggior parte dei casi (77) ad opera del paziente, a seguire dai parenti del paziente (26). È quanto emerge da un'indagine condotta online su 1010 iscritti al sindacato degli infermieri Nursing Up e presentata a Roma in occasione del 'Primo Symposium Nursing Up'. "Lo stesso- si evince ancora dall'indagine- vale per la violenza verbale: circa la meta' del campione (473 persone) afferma di aver subito aggressioni verbali, in circa un terzo dei casi dai pazienti, in un altro terzo dai parenti dei pazienti, con la quasi totalita' degli episodi avvenuta all'interno del reparto o della struttura di riferimento".
Dall'analisi emerge che la risposta all'aggressione verbale e' quasi assente, e in alcuni casi gestita male, mentre di contro i lavoratori riferiscono che ha generato un forte stress. Nel caso della violenza verbale, invece, 18 persone su 113 hanno risposto che non e' stata offerta loro neppure una consulenza psicologica. "La riflessione che si potrebbe trarre- fanno sapere dal sindacato- e' un'assenza di chiare procedure che possano essere messe in atto nel momento in cui si verificano azioni violente sul luogo di lavoro". In entrambi i casi i lavoratori coinvolti riportano sintomi riconducibili al disturbo post traumatico da stress, riferendo di sentirsi soli ed isolati.
"La ricerca- ha spiegato la psicologa Rosalba Taddeini, responsabile scientifica del progetto Nursing Up- e' stata sviluppata sotto l'ombrello dell'Oms per approdare in alcune zone del mondo giudicate ad emergenza sanitaria. L'esito italiano del sondaggio e' rappresentativo a livello nazionale, restituendo una visione del fenomeno che risulta indicativa per rilevare il burnout, lo stress lavoro correlato e il mobbing. Tema molto sommerso e poco sondato sinora, la violenza sul lavoro colpisce uomini e donne indiscriminatamente, e soprattutto non e' ancora percepita come reato. "L'intento di questa ricerca e' prima di tutto quello di mettere la persona colpita nelle condizioni di comprendere cio' che gli e' accaduto- ha concluso infine Taddeini- fornendo un indispensabile kit di autovalutazione circa alcuni comportamenti".
(Red/ Dire)