Roma, 16 ott. - E' un ricercatore del Policlinico Umberto I lo specialista premiato per il miglior contributo scientifico al settimo Congresso della Asian-Pacific Hepato-Pancreato-Biliary Association (A-PHBPA). Si chiama Quirino Lai e lavora presso il Centro Trapianti dell'azienda ospedaliero universitaria romana.
Il riconoscimento assegnatogli a Seoul dalla prestigiosa associazione in occasione del congresso internazionale, lo scorso settembre, va a premiare uno studio multicentrico, che ha coinvolto Paesi del Nord America, Europa e Asia e oltre 3000 pazienti con epatocarcinoma inseriti in lista di attesa per trapianto di fegato.
La novita' di questo lavoro scientifico sta nell'aver sviluppato un modello in grado di prevedere la sopravvivenza del paziente dopo trapianto gia' dalla visita precedente l'inserimento in lista. Attraverso questo modello, il medico curante puo' quindi stimare la possibilita' di dover trattare il tumore con terapie prima del trapianto, in modo da ottenere buoni risultati, o considerarlo invece troppo avanzato per un percorso trapiantologico. La possibilita' di prevedere o escludere il successo di un trapianto di fegato ha grosse ripercussioni nell'allocazione di organi per pazienti con tumore epatico, in considerazione soprattutto della discrepanza tra domanda e offerta ovvero tra numero di pazienti che vengono riferiti per trapianto e numero di donatori disponibili.
Il dott. Quirino Lai ha partecipato allo studio in qualita' di Principal Investigator, ovvero responsabile della conduzione dello studio clinico e del gruppo di lavoro, e come rappresentante dell'Unita' Trapianti di Fegato, diretta dal Prof. Massimo Rossi, di "Roma Sapienza" dell'Azienda ospedaliero-universitaria Policlinico Umberto I, il primo in Italia ad avere eseguito nel 1982 un trapianto di fegato.
(Red/ Dire)