Roma, 27 nov. - "Nonostante l'impatto della terapia antiretrovirale sia molto favorevole, circa 1/4 delle persone con Hiv in trattamento puo' sviluppare un deficit di tipo neurocognitivo". Il chiarimento viene da Andrea Antinori, direttore della Uoc di Immunodeficienze Virali dell'Istituto Lazzaro Spallanzani di Roma, in merito alle possibili correlazioni tra l'ambito neurocognitivo e le persone affette da Hiv.
"Per fortuna nella maggior parte dei casi questo deficit e' asintomatico- aggiunge lo specialista- cioe' non e' visibile all osservazione clinica, ma e' riscontrabile solo attraverso dei test specifici. C'e' da dire che anche altre situazioni che hanno a che fare con la sfera neuropsichiatrica sono piu' frequenti nei soggetti con Hiv. Ad esempio- continua il medico- sono piu' frequenti la depressione e tutti i disturbi del tono dell'umore. Purtroppo c'e' una maggiore tendenza a un'ideazione suicidiaria rispetto alla popolazione generale. Tutta la problematica non solo neurocognitiva, ma anche di tipo neuropsichiatrica nell'Hiv e' sempre stata molto rilevante e fortemente oggetto di attenzione sia da parte dei clinici che della ricerca".
Rispetto al passato la "situazione e' molto diversa- garantisce Antinori- quando osservavamo i casi di demenza piu' gravi, anche casi irreversibili. Per fortuna oggi l'impatto clinico di questi disturbi e' minore, pero' suddetti problemi esistono e possono interferire con la vita quotidiana, l'attivita' lavorativa, la performances e la vita di relazione. Ci vuole grande attenzione- conclude il direttore della Uoc di Immunodeficienze Virali dell'Istituto Lazzaro Spallanzani- anche a questo particolare aspetto della malattia".
(Red/ Dire)