Roma, 20 nov. - In Italia il cancro del pancreas e' la quarta causa di morte per tumore: ogni anno si ammalano circa 13.500 persone, nel 2016 i decessi per questo tipo di tumore sono stati piu' di 12.000 e sappiamo che questo numero e' destinato ad aumentare. Per oltre la meta' dei pazienti la diagnosi avviene tardivamente, quando la malattia e' in stadio metastatico, ecco perche', pur avendo un'incidenza relativamente bassa (rappresenta circa il 3% dei tumori maligni), l'impatto sui pazienti e le loro famiglie e' devastante: la sopravvivenza a 5 anni e' pari all'8%.
"La 'fatica di decidere' e' l'espressione che meglio cattura lo stato d'animo di chi si trova ad affrontare questo tipo di malattia, completamente impreparato, indipendentemente da grado di istruzione o status sociale- spiega Piero Rivizzigno, Presidente Associazione Codice Viola- Il nostro sforzo e' quello di alzare l'attenzione su questa patologia che allo stato attuale puo' considerarsi una vera emergenza sanitaria che mette a rischio la vita dei pazienti, non solo perche' ha la peggiore prognosi fra tutti i tumori solidi, ma anche perche' ci sono purtroppo un numero limitato di protocolli di cura e centri ospedalieri non sufficientemente specializzati per una presa in carico efficace del paziente".
La chemioterapia e', insieme alla chirurgia, la piu' importante arma a disposizione contro il tumore del pancreas. Due recenti studi indipendenti hanno dimostrato l'efficacia di una nuova associazione di quattro farmaci, PAXG (cisplatino, nab-paclitaxel, capecitabina, gemcitabina), che e' stata approvata da Aifa a giugno 2019. In uno studio randomizzato di fase II la quadruplice combinazione ha ottenuto un miglioramento significativo della sopravvivenza (sopravvivenza a 1 anno 62%, sopravvivenza a 2 anni 24%), rispetto allo schema a due farmaci AG (nab-paclitaxel e gemcitabina); ha inoltre significativamente aumentato la sopravvivenza libera da progressione (circa 8.3 verso 6.1 mesi), le risposte radiologiche (50% versus 29%) e il numero di pazienti con riduzione del marcatore tumorale CA19.9 = 50% (75% versus 58%). Vantaggi analoghi sono stati osservati anche nella malattia localmente avanzata (pazienti vivi a 18 mesi 69% con PAXG rispetto a 54% con gemcitabina e nab-paclitaxel).
(Red/ Dire)