Roma, 20 nov. - In occasione della Giornata Mondiale della lotta contro l'Aids, a Roma al ministero della Salute si e' tenuto il primo dei tre incontri su 'Hiv, presente e futuro del paziente cronico', che ha avuto l'obiettivo di esplorare l'approccio, il progresso, la prevenzione e prefigurare un futuro in cui i ricercatori e i clinici, assieme a tutta la community, investono molta fiducia. Da troppo tempo inoltre le campagne d'informazione non hanno piu' coinvolto la popolazione, specie giovani e giovanissimi, sui rischi di un'infezione che si mostra comunque sempre minacciosa e pronta ad approfittare dell'ignoranza e del pregiudizio. Anche nel nostro Paese, i cosiddetti 'millennials' mostrano evidenti lacune ed e' compito delle istituzioni, della scuola e delle famiglie di contribuire a riempire questo vuoto creatosi in venti anni di rarefazione e scarsa conoscenza.
UNO STUDIO INTERNAZIONALE - Uno studio europeo e americano, con l'Italia che ambisce a giocare un ruolo da protagonista contro l'Hiv: lo studio clinico Mosaico realizzato da Janssen, la societa' farmaceutica del gruppo Johnson&Johnson e nato da una partnership pubblico-privato a livello globale, si propone di valutare l'efficacia di un regime vaccinale preventivo anti Hiv per il quale e' gia' stata richiesta alle autorita' competenti (ministero Salute, Aifa e Comitati etici) l'autorizzazione all'esecuzione dello studio clinico. Il vaccino sperimentale ha raccolto i risultati degli studi di fase 1/2a in termini di sicurezza ed immunogenicita' e si appresta ad esser sperimentato all'interno di una popolazione piu' ampia. Il regime vaccinale in questione, che possiamo definire 'a mosaico', e' stato sviluppato per essere potenzialmente un vaccino con approccio globale per la prevenzione dell'infezione da un'ampia varieta' di ceppi virali, responsabili della malattia.
'La prova della sua efficacia- spiega Adriano Lazzarin, ospedale San Raffaele di Milano-la potremmo avere a studio concluso. La variabilita' dei processi di risposta immune innescati da Hiv (linfociti B, linfociti T, cellulare accessorie) nel singolo individuo lasciano purtroppo margini di imprevedibilita', e questo trial sara' una buona opportunita' per conoscerli meglio'.
All'incontro, promosso da Simit, presenti alcuni dei principali decisori politici: dal viceministro della Salute Pierpaolo Sileri ad alcuni dei membri della 12a Commissione Igiene e Sanita' del Senato, fra cui Paola Binetti, Maria Domenica Castellone, Michelina Lunesu, Gaspare Marinello. A sedere al tavolo dei relatori i maggiori clinici a livello nazionale: Massimo Galli, presidente Simit-Unimi Sacco, Milano, Andrea Antinori, Istituto Lazzaro Spallanzani, Roma, Adriano Lazzarin, ospedale San Raffaele, Milano. I clinici in particolare hanno fatto il punto sulle possibilita' future di prevenzione e su cosa possa significare domani, a livello di salute globale, il sapere di poter contare tra l'altro su un vaccino di questo tipo per il paziente e per lo specialista.
Massimo Scaccabarozzi, presidente e amministratore delegato di Janssen Italia, ha richiamato la necessita' di rafforzare la collaborazione tra tutti gli attori coinvolti, perche' solo con un impegno ecosistemico si potra' vincere la sfida contro l'Hiv.
LA STORIA DEL VACCINO 'Subito dopo la scoperta del virus piu' di trent'anni fa- prosegue Lazzarin- i principali centri di ricerca internazionali hanno dedicato notevoli risorse allo sviluppo di un vaccino preventivo contro il virus Hiv: le difficolta' di trovare un vaccino in grado di indurre un risposta immunitaria efficace contro un virus con una eccezionale mutagenesi ed una altrettanto evidente capacita' di eludere i meccanismi di controllo immunologico da parte dell'ospite hanno rallentato moltissimo la concretizzazione di trial vaccinali nelle popolazioni a rischio. Soltanto nel 2009 sono stati pubblicati sul Nejm i risultati della vaccinazione con Alvac e Aidsvax per prevenire la infezione da Hiv in Thailandia che purtroppo hanno dimostrato come l'efficacia del vaccino fosse risultata del 31.2%, lontana dal limite del 60% che avrebbe reso convincente un piano vaccinale. Un aggiustamento del candidato ad un successivo piano vaccinale in Sud Africa ha poi fornito nello studio di fase 1/2 risultati piu' convincenti e ha dato qualche informazione in piu' sui correlati immunologici di una risposta immune efficace'.
IL CONTENUTO DELLO STUDIO - Mosaico e' uno studio clinico interventistico internazionale, che prevede l'arruolamento di 3.800 persone, in circa 55 centri in otto Paesi distribuiti in tre continenti. L'inizio dello studio e' previsto negli Stati Uniti in queste settimane e, previa approvazione dalle autorita' competenti locali, potra' avere luogo anche in Argentina, Brasile, Italia, Messico, Peru', Polonia, Spagna. Questo studio e' condotto da Janssen in partnership, a livello globale, con il National Institute of Allergy and Infectious Diseases (Niaid), l'Hiv Vaccine Trials Network (Hvtn) all'interno del Fred Hutchinson Cancer Research Center e la Us Army Medical Research and Development Command (Usamrdc), che con uno sforzo congiunto, lavorano per avanzare il progresso scientifico affinche' sia possibile rendere disponibile un vaccino preventivo l'Hiv.
L'obiettivo e' quello di studiare un regime vaccinale che preveda quattro somministrazioni nell'arco temporale di un anno.
L'HIV OGGI IN ITALIA - Negli ultimi 7 anni in Italia il numero delle nuove diagnosi e' stato piuttosto stabile i nuovi casi sono state provocati soprattutto da infezioni a trasmissione sessuale, sia di tipo sia eterosessuale sia omosessuale. Piu' del 50% delle nuove diagnosi avviene in condizioni avanzate di malattia, cioe' quando il livello di linfociti CD4 e' al di sotto delle 350 cellule, o addirittura alla comparsa di sintomi o manifestazioni cliniche legate alla malattia conclamata. Sono circa 15mila le persone nel nostro Paese che non sanno di essere infette e che ritardano inconsapevolmente la diagnosi non sottoponendosi al test.
'Ai fini della prevenzione- sottolinea Galli- va tenuto conto che i giovani, anche quelli che appartengono alle cosiddette popolazioni chiave, ove il rischio di infettarsi e' maggiore, come i giovani maschi che fanno sesso con maschi-Msm, hanno poca o nessuna esperienza di malattia, propria o altrui, non hanno visto in presa diretta la malattia negli anni bui, funestati da migliaia di decessi, e hanno una percezione molto bassa della gravita' potenziale dell'Hiv. Nei giovani Msm l'informazione Hiv puo' anche essere alta, ma spesso deriva tutta da forum in internet e non costituisce sempre un ostacolo a comportamenti a rischio'.
'Nonostante gli enormi progressi compiuti insieme, il virus dell'Hiv non e' stato ancora sconfitto. E' proprio per questo motivo che in Janssen ci siamo concentrati sullo sviluppo di un regime vaccinale preventivo anti Hiv- spiega Scaccabarozzi- Un vaccino contro l'infezione da Hiv potrebbe infatti contribuire a porre fine all'epidemia entro il 2030, come auspicato dalle Nazioni Unite tra gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile adottati all'unanimita' dagli Stati Membri nel 2015. Per vincere questa sfida, auspico una sempre maggiore collaborazione a livello ecosistemico, con le Associazioni Pazienti, le Istituzioni e le Societa' Scientifiche, e siamo felici di esser oggi al fianco della Simit e di due tra i centri piu' prestigiosi a livello internazionale in questo campo'.
Binetti, ha aggiunto: 'Il problema dell'Hiv non si puo' combattere solo con l'informazione ma e' necessario, per arrivare ai giovani, lavorare anche sulla percezione del rischio di contrarre la malattia. Non si puo' fare prevenzione senza una educazione sessuale e affettiva per guardare al benessere di una persona. Altrettanto importante e' far emergere il sommerso della malattia per curare il paziente e impedire ulteriore contagio'.
'Cresce tra gli over 50enni il contagio del virus dell'Hiv e anche a questo segmento della popolazione che bisogna parlare. Un problema emergente e' la cronicita' del paziente con Hiv ed e' qui che bisogna investire i fondi ma anche sulla medicina territoriale e sulla ricerca. Va compreso che l'investimento sulla ricerca ha altissimo rendimento', ha concluso Castellone.
(Red/ Dire)