Roma, 26 giu. - È ben nota l'importanza del progesterone durante la gravidanza, cosi' come per facilitare l'impianto di un embrione, ma possiamo stabilire una relazione causale tra i livelli di progesterone nel sangue e i tassi di successo dei trattamenti riproduttivi? Questo e' il punto di partenza di uno studio dal titolo 'A large prospective trial in unselected population confirms that low serum progesterone on the day of embryo transfer impairs pregnancy outcome in artificial cycles', che la dottoressa Elena Labarta, ginecologa di IVI Valencia, ha presentato nel corso del 35esimo Congresso della Societa' europea di Riproduzione Umana e Embriologia (ESHRE), in corso a Vienna.
"Negli ultimi 3 anni- spiega Labarta- abbiamo studiato l'impatto del valore del progesterone nel sangue misurato il giorno del trasferimento dell'embrione sui tassi di gravidanza nei cicli di preparazione artificiale dell'endometrio. Fino ad ora e sulla base di studi precedenti condotti su altri gruppi, si pensava che questa misurazione non fosse utile, dal momento che non era in grado di riflettere l'azione che il progesterone stava esercitando a livello locale uterino, e che, d'altra parte, la dose di progesterone somministrato era piu' che sufficiente per soddisfare le esigenze di qualsiasi paziente".
Tuttavia, i risultati dello studio hanno messo in discussione questo dogma e hanno dimostrato che "i livelli ematici di progesterone sono associati al risultato della gravidanza.
Abbiamo effettuato i primi due studi prospettici a questo proposito, che insieme comprendono quasi un totale di 1.400 pazienti- prosegue l'esperta- e possiamo quindi affermare che esiste un valore di progesterone al di sotto del quale i tassi di gravidanza evolutiva possono scendere fino al 20%, che rappresenta una drastica diminuzione dei tassi di successo nei trattamenti riproduttivi".
Secondo gli ultimi dati analizzati e presentati a questo congresso, e' stato possibile trovare il punto limite del livello di progesterone al di sotto del quale i risultati peggiorano significativamente. Pertanto, quelle pazienti con livelli di progesterone sierico inferiori a 8,8 ng / ml nel giorno del trasferimento dell'embrione hanno mostrato un tasso di gravidanza evolutivo piu' basso del 18%. Questi risultati suggeriscono che l'assorbimento del progesterone vaginale puo' variare tra le pazienti, influenzando i risultati ottenuti.
Questo studio, che espone i risultati di un campione di quasi 1.200 pazienti, ha suscitato grande interesse tra la comunita' scientifica, ed e' stato presentato in diversi forum e congressi in tutto il mondo per l'impatto che ha sul futuro della medicina riproduttiva. Gia' nel 2017, il gruppo di ricerca guidato dalla Dott. ssa Labarta ha pubblicato il primo studio prospettico al fine di analizzare questo problema, dimostrando cosi' in modo pioneristico che esiste una soglia di livelli sierici di progesterone nel giorno del trasferimento dell'embrione al di sotto del quale il tasso di gravidanza diminuisce significativamente.
"Questi risultati- aggiounge la dottoressa Labarta- hanno attirato il nostro forte interesse e stiamo portando avanti diverse linee di ricerca. Da un lato, abbiamo visto che il livello di progesterone predice il risultato non solo se misurato nel giorno di trasferimento dell'embrione, ma anche nel corso della fase luteale (dal giorno in cui l'embrione viene impiantato fino al giorno in cui viene effettuato il test di gravidanza).
Dall'altro, stiamo scoprendo il modo di salvare i casi in cui i valori del progesterone non sono ottimali e i risultati sono davvero incoraggianti, poiche' abbiamo visto che la situazione puo' essere invertita se rilevata in tempo".
(Red/ Dire)