"Ma va trovata la molecola giusta che inneschi il meccanismo"
Bologna, 23 gen. - La stessa instabilita' delle cellule del corpo umano che provoca malattie potrebbe essere la chiave anche per sconfiggere i tumori. L'intuizione deriva dal lavoro condotto da un gruppo di ricerca dell'Alma Mater di Bologna, che per la prima volta ha individuato alcuni composti chimici in grado di provocare un particolare tipo di instabilita' nel Dna delle cellule tumorali. Un effetto che puo' portare queste stesse cellule cattive alla morte, stimolando allo stesso tempo la risposta del sistema immunitario. I risultati dello studio, finanziato dall'Airc, sono stati pubblicati sulla rivista 'Pnas' e, sottolinea l'Ateneo felsineo, possono "aprire la strada a nuove modalita' di trattamento dei tumori". In ogni cellula umana si trova una molecola di Dna composta da miliardi di 'mattoncini', che possono essere di quattro tipi: adenina, timina, guanina e citosina.
Agenti esterni e interni al corpo, come radiazioni, tossine, agenti chimici o anche prodotti dello stesso metabolismo umano, possono danneggiare questi mattoni cellulari e alterare cosi' il genoma, favorendo la comparsa di malattie. Ma proprio questa instabilita', sostengono i ricercatori, puo' essere usata a fin di bene.
"In alcuni casi, il danno al Dna puo' diventare un campanello d'allarme che risveglia i meccanismi di difesa dell'organismo- spiega Giovanni Capranico, docente Alma Mater e coordinatore dello studio- la nostra ricerca mostra infatti come alcuni composti che interagiscono con strutture non canoniche del Dna, note come quartetti di guanine (G4), possono portare a una particolare instabilita' genomica in grado probabilmente di attivare la risposta immunitaria". Tradotto, questi nodi cosi' particolari all'interno del Dna umano "possono rivelarsi un punto strategico per attivare meccanismi in grado di provocare la morte delle cellule tumorali".
Per questo, gli scienziati sono alla ricerca di composti chimici in grado di innescare questo processo. "Lo studio- spiega Capranico- e' partito dall'analisi del meccanismo molecolare di alcuni composti che interagiscono con i quartetti di guanine, uno dei quali e' stato sintetizzato nei laboratori del nostro dipartimento di Farmacia e biotecnologie dalla dottoressa Rita Morigi". Si tratta di molecole "in grado di stabilizzare i G4 e anche altre strutture non canoniche del Dna all'interno delle cellule tumorali- afferma Capranico- un fenomeno che provoca gravi disfunzioni nell'attivita' del genoma". Si potrebbe cosi' aprire la strada a nuove modalita' di trattamento dei tumori. "Il risultato e' positivo- precisa lo scienziato Alma Mater- ma la ricerca deve continuare, perche' non abbiamo ancora la molecola giusta, adeguata per il trattamento di pazienti oncologici".
(Red/ Dire)