Roma, 16 gen. - Ridurre gli errori medici, correggere le procedure negli ospedali e pensare a una maggiore partecipazione nella segnalazione di casi di malasanita'. E' quanto auspica Pier Luigi Bartoletti, vicepresidente dell'Ordine dei medici di Roma, intervistato dall'agenzia di stampa Dire in risposta alla campagna commerciale promossa da 'Obiettivo Risarcimento', un'azienda privata nata per gestire le vertenze.
- Eliminare le cause degli errori medici e non trasformarle in un affare. Questo e' l'indirizzo dell'Omceo di Roma. Come arrivare a raggiungere l'obiettivo di fermare l'attivita' di aziende come 'Obiettivo Risarcimento' nata per gestire le vertenze? "Il ragionamento che va fatto, e' che questa societa' non sara' la sola a fare pubblicita'. Certo questa in particolare ha fatto un investimento massivo dimostrando che c'e' un grosso interesse e un ampio mercato, visto i grandi capitali che ci si mettono sopra. Il dramma e' che si specula sulla sofferenza delle persone e sui danni medici. Non vogliamo fare la guerra contro chi cerca di aggredire un mercato appetibile, ma bisogna tener conto di due elementi: uno che il nostro e' un sistema sanitario pubblico ed e' un bene da tutelare che pochi possiedono. C'e' poi un secondo elemento, l'elevato numero di episodi medici che sono oggetto di ricorsi legali. Ma come si fa a cercare di evitare che un medico, che si alza ogni mattina non per ammazzare le persone ma per curarle, possa lavorare in maniera piu' tranquilla e al contempo aumentare la sicurezza all'interno del sistema di cure? Credo che vadano coinvolti tutti gli operatori e invito a segnalare le cose che non vanno. Questo l'Ordine dei medici di Roma lo vuole fare in una logica costruttiva attraverso la raccolta di segnalazioni di eventuali disservizi e facendo rete insieme ai medici, agli operatori e agli stessi cittadini. In piu' i cittadini possono 'denunciare' casi di malasanita' e richiedere un nostro riscontro. Un ruolo attivo dell'Ordine verso una maggiore sicurezza e non solo orientato a sanzionare il medico. Ma secondo noi e' molto piu' importante essere parte attiva di un meccanismo e impegnarci tutti affinche' la sicurezza negli ospedali e nei posti di lavoro aumenti. Segnalare ai risk manager, ai direttori generali e alla stessa Regione e' un dovere di tutti. Il fatto e' che oggi sicuramente abbiamo chi va a sanzionare gli errori, mentre manca chi monitora che gli errori vengano poi corretti e che non si ripetano piu'".
- In realta' esistono gia' delle procedure standardizzate e validate ma rimane alta la percentuale percepita, almeno dall'opinione pubblica, di errore medico. Come spiega questo fenomeno e come fattivamente gestire il problema? "Va fatto un distinguo tra errori macroscopici o grandi disfunzioni di una struttura che danno luogo a grandi problemi e poi ci sono errori o meglio indicatori della possibilita' che possa originarsi un fatto grave, ad esempio somministrare farmaci in contenitori che non indicano chiaramente il contenuto o a quale paziente vanno erogati. E poi tutta una serie di disfunzioni organizzative, che se non controllati danno luogo a fatti gravi. In una logica di sicurezza ogni cosa che non ha funzionato va corretta. Bisognerebbe, come dico spesso, mutuare l'esercizio del controllo che erogano molte compagnie di aeronautica commerciale perche', nonostante tariffe agevolate e taglio dei prezzi, cio' che in ogni caso e' aumentato sono i controlli e la sicurezza. Noi spesso ci fermiano a trovare il colpevole o presunto tale ma non si rilevano le vere cause, e cosi' l'errore rischia di ripetersi. Si pensi anche alla carenza dei medici o ai nuovi operatori e al personale neo assunto che deve essere erudito uscendo dalla sola logica di emergenza-urgenza. Cio' presuppone di adottare una filosofia diversa da quella di oggi condizionata da piani di rientro e blocco del turnover. Cio' ha determinato una diminuzione dell'organico medico in moltissime strutture pubbliche e di sicuro non e' stata migliorata l'accoglienza, un fattore determinante in un settore come quello della sanita'. Se l'economia dice tagliamo i costi il risultato e' una riduzione inevitabile dei servizi, e dunque viene penalizzato tanto l'aspetto umano quanto quello sanitario. In questo gioco le vittime sono sia il paziente che il medico".
- L'errore medico, o meglio la paura che questo si verifichi, crea maggiore distanza con il paziente. Un rapporto che negli ultimi tempi, dovuto anche al ricorso al 'dottor' Google, sembra in crisi. Come invertire la rotta? "Io sono tra gli ottimisti. Mi spiego, se il rapporto tra il medico e il paziente rivela qualche crepa queste, a mio avviso, si possono riparare. Se un singolo medico e' in grado ancora di garantire la validita' di una prestazione allora come cittadino mi fido, ma se questo perde di autonomia decisionale e viene deprivato del suo ruolo e 'declassato' allora ecco il problema. Che strumenti possiede oggi il medico per gestire le 'crisi'? Gli strumenti sono legati molto spesso al budget economico, e dunque questo condiziona il lavoro dello specialista. Bisogna cambiare la cultura, e l'Omceo Roma lavora per questo".
(Red/ Dire)