Trapolino (npi): Soluzione e' corretta individuazione ed esercizio educativo
Roma, 16 gen. - "I bambini prematuri non funzionano bene perche' non riescono ad utilizzare in modo armonico e adeguato i processi psicologici che sottendono la regolazione del comportamento e l'uso corretto delle competenze cognitive superiori. In sostanza e' il fondamento per il problem solving". A parlarne e' Emanuele Trapolino,neuropsichiatra infantile e direttore dell'Unita' operativa semplice di Neurologia neonatale dell'Ospedale Giovanni Di Cristina di Palermo, intervenendo al corso su 'Il neonato pretermine' a Roma.
"La capacita' di risolvere i problemi e' alla base dell'appredimento- chiosa il medico- che non puo' avvenire se non attraverso una corretta integrazione dei piani cognitivo, motorio e percettivo, su cui si organizza la struttura psichica del bambino". Il bambino prematuro "puo' organizzare nel tempo le suddette competenze attraverso una precoce individuazione delle sue presumibili disfunzioni e attraverso un'educazione all'esercizio compiuto delle potenzialita' possedute. Le problematiche maggiormente riscontrate- chiarisce il neuropsichiatra- riguardano la scarsa capacita' attentiva, lo scarso filtro per le interferenze che generano una scarsa adesione al compito che gli viene proposto, la scarsa capacita' a pianificare l'atto, la scarsa capacita' a scegliere la strategia operativa piu' propria rispetto al compito che e' chiamato ad affrontare e a risolvere. Sono tutte problematiche risolvibili- rassicura Trapolino- attraverso una corretta individuazione, un esercizio innanzitutto educativo e poi rieducativo da un punto di vista psicomotorio e neuropsicologico. Parliamo di funzioni che attraverso la corretta restituzione nell'ambiente e nella risposta da parte dell'ambiente trovano una loro naturale collocazione".
Il neuropsichiatra spiega ai medici e psicologi presenti al corso che "non e' facile osservare un bambino nato pretermine in una Terapia intensiva neonatale, perche' il neonato che abbiamo di fronte soffre un dolore che forse gli condizionera' la vita psichica futura e che paralizza tutti. È un bambino che puo morire o esitare in disabilita' o danni che possono compromettere il suo futuro. Del suo dolore si sa molto poco- ricorda Trapolino- pensiamo alla separazione prolungata dalla madre e alla lunga ospedalizzazione". Dove si colloca, allora, il neuropsichiatra infantile nell'osservazione del prematuro? "Nel porre l'attenzione sull'attaccamento, sul suo disagio emotivo, sui problemi del ciclo sonno-veglia, sui disagi motori indipendentemente dalla disabilita', sulle disprassie del linguaggio e cosi' via".
L'approccio al prematuro "non puo' prescindere da una corretta valutazione neurobiologica e da una valutazione neuropsicologica. Il bambino si aspetta un contenimento e un dialogo tonico che possa aprire un canale ai suoi stimoli. Il neuropsichiatra infantile comincia ad osservarlo per verificare quando il suo movimento ha senso. L'osservazione in psichiatria mira al cogliere le precoci competenze percettive- conclude Trapolino- che associate ad una immaturita' biologica possono predisporre quelle condizioni che gli permettono di creare la sua vita psichica. Il prematuro ha un campionario di risorse e di risposte incredibili e ci impegna a capire cos'e' il bambino".
(Red/ Dire)