Roma, 27 feb. - "Questa e' una giornata molto importante, riunire insieme tutte le professioni sanitarie in un momento cosi' delicato in cui c'e' questa proposta di regionalismo differenziato la dice lunga su come in questo momento sia importante la coesione dei professionisti sanitari. Questa proposta, almeno per quanto si e' capito finora, rischia di destabilizzare un sistema che gia' e' entrato in crisi con la riforma del Titolo V che ha aperto scenari di grandi differenze di erogazione di servizi ai cittadini tra Regioni del Nord, del Centro e del Sud. Essere qui tutti insieme vuol dire avere la volonta' di trovare una risposta". Lo ha detto il presidente dell'Aifi, Mauro Tavarnelli, a margine dei lavori della prima riunione delle Federazioni e degli Ordini Nazionali delle Professioni sanitarie e sociali, in corso al Teatro Argentina di Roma.
Per Tavarnelli "bisogna superare gli attuali modelli che vedono ancora l'ospedale non come luogo di acuzie ma come luogo di cura indiscriminato, mentre bisognerebbe passare a una fase di assistenza territoriale piu' vicina ai bisogni del cittadino. In questo senso noi portiamo avanti dei modelli innovativi, e uno di questi e' il fisioterapista di comunita'".
A spiegare di cosa si tratti e' Fabio Bracciantini, delegato Aifi alle Politiche del Ssn: "La criticita' fondamentale e' quella di non avere una forte rete territoriale. Il fisioterapista di comunita' puo' incidere su questo accogliendo il paziente nella gestione della propria cronicita' per vivere una vita normale. Questo deve essere fatto insieme al medico di medicina generale e all'infermiere di famiglia. Il fisioterapista di comunita' puo' dare la risposta primaria ai bisogni di salute tutelando il Sistema sanitario stesso".
(Red/ Dire)