Roma, 18 dic. - Gli ultimi dati epidemiologici mostrano come i bambini che vivono nelle aree maggiormente inquinate hanno un rischio aumentato di sviluppare tumori, in particolare tumori del sistema nervoso centrale, sarcomi delle parti molli e leucemie mieloidi acute. "I dati rilevano come in queste aree vi sia un eccesso di incidenza di tumori di circa il 7% in piu' rispetto a bambini che non vivono in aree inquinate, e negli ultimi report dell'Istituto Superiore di Sanita' (Iss) sono stati registrati in circa sette anni 1.200 nuovi casi, con un eccesso soprattutto dei sarcomi delle parti molli". A fare il punto sulle ultime ricerche sui tumori in eta' pediatrica (0-14 anni) correlati all'inquinamento e' Antonio Ruggiero, professore associato presso la clinica pediatrica dell'universita' Cattolica Sacro Cuore di Roma (Unicatt), intervenuto ad un focus dedicato al tema nella seconda giornata del congresso congiunto di pediatria del Lazio all'auditorium della Tecnica a Roma.
In particolare, spiega Ruggiero alla Dire, "la fascia sotto l'anno di eta' ha un rischio aumentato di contrarre tumori del sistema nervoso centrale. Il bambino, a differenza dell'adulto e dell'anziano, e' un soggetto maggiormente suscettibile alla azione di fattori di rischio cancerogeno", sottolinea il professore. Un aspetto "legato alle sue caratteristiche fisiologiche di organi in via di sviluppo, cosi' come il fatto che il bambino vive molto di piu' all'aria aperta, ha maggiore contatto con il terreno ed ha una superficie corporea, rapportata al peso, di maggiore esposizione ai fattori di rischio". Tra questi: l'inquinamento da traffico, i campi elettromagnetici, la presenza nell'ambiente di agenti chimici tossici, come l'arsenico.
(Red/ Dire)