Roma, 4 dic. - Lavoro di squadra, diagnosi tridimensionale, terapie estetiche, traumi dentali e approccio di team sui pazienti adulti. Questi e molti altri temi al centro del convegno nazionale dell'Associazione specialisti italiani ortodonzia (Asio), dal titolo 'Teamwork in Orthodontics', che si concludera' domani al Zanhotel & Meeting Centergross di Bologna.
L'Associazione, tra le altre cose, "ha anche un ruolo sindacale a difesa della professione, e all'interno del proprio congresso dedichera' uno spazio alle problematiche medico-legali, al marketing, al management della professione e a tutti gli aspetti che a 360 gradi girano intorno allo specialista in ortodonzia", aggiunge il presidente Cesare Luzi. Ma non solo, la sua mission e' proprio quella di tutelare grandi e piccini, per mette in guardia i primi dalle pratiche 'fai da te' e consigliare per i secondi, invece, la prima visita tra i 4 e i 7 anni - indicazione peraltro condivisa da tutte le associazioni di specialisti a livello mondiale. "Ci sono alcune malocclusioni e problematiche che, se trattate presto, rispondono benissimo. Non significa che tutti i pazienti debbano avere l'apparecchio in bocca tra i 4 e 7 anni- chiarisce Luzi- ma che lo specialista possa diagnosticare la presenza di una problematica e valutare se sia giusto trattarla precocemente".
È "un'evidenza scientifica su base mondiale", infatti, quella per cui "alcune malocclusioni - ad esempio le asimmetrie particolari come i morsi crociati monolaterali o anteriori, i disordini dell'eruzione e le abitudini viziate - se sono intercettate precocemente generano uno scenario clinico maggiormente affrontabile con risultati ottimali in un secondo momento, rispetto al lasciar correre tutto per poi trovarsi in difficolta' piu' avanti", continua Luzi. Quando parliamo di terapie precoci, parliamo di terapie intercettive e non correttive. "Significa intercettare il problema e ridurne l'entita'- puntualizza l'esperto- per porre le basi di un intervento semplice e agevole da eseguire in un momento successivo, quando il bambino cresce e cambia i denti, cosi' da avere risultati ottimali. In alcune forme di malocclusioni piu' gravi- avvisa l'ortodontista- se non si interviene intercettandole precocemente si potra' correggerle fino a un certo punto. Se si interviene successivamente si raggiungera' un compromesso, ma non una soluzione ideale".
Tra i campanelli d'allarme per i bambini c'e' poi anche l'uso prolungato del ciuccio. "I pazienti che prolungano molto l'uso del ciuccio trasformandolo in altre abitudini, arrivano gia' a 7-8 anni con malocclusioni anche importanti". Per questo motivo visitare i bambini tra i 4 e i 7 anni e' necessario perche' "trattare un paziente in eta' evolutiva consente di influire sulla sua crescita rieducando funzionalmente una bocca e spostando addirittura dei segmenti ossei. Le basi ossee su cui sono appoggiati i denti possono essere modificate nella loro forma, posizione e struttura con delle terapie fatte precocemente", ribadisce il presidente Asio.
Sull'eta' giusta per mettere un apparecchio, Luzi precisa che "quando c'e' un'indicazione a una terapia intercettava lo si mette anche subito". Bisogna chiarire che sono tantissimi i tipi di apparecchio, ci sono quelli mobili, gli espansori del palato, gli apparecchi funzionali o quelli che lavorano sulle abitudini viziate. Di sicuro "in eta' pediatrica l'osso risponde, le suture non sono ancora chiuse e la rieducazione muscolare e' sostanzialmente semplice. La risposta biologica e', quindi, ottimale nel paziente pediatrico, ma solo alcuni trattamenti vanno fatti presto, specialmente quelli rivolti a lavorare sulla base ossea o sulla funzione muscolare. Ad esempio, risponde benissimo l'espansione del palato perche' la sutura e' ancora modificabile, aperta- evidenzia il presidente Asio- cosa che invece risultera' quasi impossibile dall'adolescenza in poi, se non con trattamenti molto piu' cruenti e a volte con l'ausilio del chirurgo".
Sul fronte degli adulti, invece, "l'ortodonzia e' una realta'. Sempre piu' adulti si fanno visitare per ragioni cosmetiche, chi non desidera un bel sorriso?", si chiede il presidente Asio.
All'intervento dell'ortodonzista, infatti, non "c'e' alcun limite temporale e le industrie regalano sempre piu' possibilita' interessanti di apparecchiature estetiche facilmente vestibili per gli adulti", continua. Ci sono quelle linguali, completamente invisibili, che si montano fisse sulla faccia interna dei denti, o quelle scarsamente visibili come le fisse con attacchi estetici o rimovibili quali le mascherine trasparenti. Ormai gli ortodontisti devono essere aggiornatissimi su tutte le tecniche, ma in questo contesto ne' le farmacie ne' l'Ortodonzia fai da te possono essere dei competitor. "Non hanno la capacita' di fare una diagnosi e proporre un piano di trattamento. Loro vendono un prodotto medico che deve prevedere una diagnosi, un piano di trattamento e un percorso che solo lo specialista sa individuare. Per cui- precisa il presidente Asio- la farmacia vende il prodotto da banco, ma spetta allo specialista la capacita' di trovare una problematica, fare una diagnosi, capire un'indicazione e stabilire un piano di trattamento. È un percorso non bypassabile- ricorda Luzi- ecco il rischio dell'Ortodonzia fai da te, nata dagli allineatori trasparenti venduti dalle aziende direttamente al paziente. Per risparmiare, pero', il paziente sta bypassando il passaggio piu' importante: l'indicazione medica, la diagnosi, il piano di trattamento e, soprattutto e il monitoraggio. Il paziente purtroppo non lo sa e cade nella trappola del prezzo". L'allarme dei rischi legati al fai da te sono stati gia' sollevati da un sondaggio dell'Associazione americana degli ortodontisti, perche' il 13% di questi "si e' trovato a visitare adulti che hanno indossato allineatori dentali acquistati e misurati in proprio e in alcuni di questi sono stati rilevati danni irreparabili alle arcate dentali. "È un fenomeno che sta arrivando anche in Italia", conclude Luzi.
(Red/ Dire)