Con mostra permanente lavori dei ragazzi di L'Oasi torretta onlus
Roma, 4 dic. - Rendere le corsie del reparto di Cardiologia dell'ospedale Abele Ajello di Mazzara del Vallo la sede di una mostra di pittura permanente, grazie ai 21 quadri realizzati dagli artisti con difficolta' nell'area neuropsichica dell'associazione L'Oasi di Torretta Onlus. Un sogno che in Sicilia e' diventato realta', "umanizzando un reparto che non e' solo un luogo di sofferenze, ma anche di gioia e di allegria".
Con queste parole Michele Gabriele, direttore dell'Unita' operativa complessa di Cardiologia dell'Ospedale Ajello di Mazzara del Vallo, inaugura la mostra che riempira' i corridoi con tele raffiguranti le intelligenze e le intermittenze del cuore.
"Non e', dunque, un'iniziativa che punta semplicemente ad abbellire il reparto- ripete il medico- poiche' questi quadri rappresentano qualcosa di importante per i ragazzi dell'associazione, per i pazienti e i loro familiari che vengono nel mio reparto e per noi operatori dell'ospedale". Una mostra che ha, infatti, un valore simbolico: "E' stata dedicata a quei ragazzi dell'Oasi di Torretta che oggi non ci sono piu'", aggiunge Gabriele.
Le opere sono di proprieta' dell'Azienda sanitaria. "Abbiamo accettato e accolto questi quadri perche' la terapia attraverso l'arte e' un formidabile strumento di cura, oltre che di prevenzione. È valido per tutte le persone affette da una malattia, in particolare per quelle che hanno una problematica nell'area della salute mentale", aggiunge Fabio Damiani, direttore generale dell'Asp di Trapani.
"Attraverso la pittura la dimensione del disagio assume la prospettiva di una reciproca comprensione che accomuna tutti, sia i pazienti nel reparto di Cardiologia che i ragazzi con difficolta' psicologiche de L'Oasi di Torretta", spiega Paola Binetti, senatrice Udc, presente all'inaugurazione della mostra. Osservando queste opere "si sperimenta un'empatia profonda che allontana il paziente da un sentimento di solitudine. La sofferenza diventa il tramite della coesione sociale e, piu' che essere vista come un ostacolo, da' senso e valore ad ogni esistenza. Questa mostra e' una bella esperienza in un contesto, come la Sicilia, che troppo spesso sale all'onore della cronache per delle difficolta'. Oggi- conclude- in questa logica si pone all'avanguardia".
Per i professionisti dell'associazione L'Oasi di Torretta Onlus non e' solo una sfida educativa, ma anche terapeutica e riabilitativa. "Per i nostri ragazzi, frequentanti il centro diurno rappresenta un modo per interagire all'esterno- afferma la psicoterapeuta Vincenza Bello- per essere nel territorio nel modo piu' autentico possibile. Per autenticita' intendo sia il loro mondo interiore percettivo, sensoriale, emotivo, sia il loro mondo esteriore fatto talora di ripetitivita', silenzi, sguardi sfuggenti, logorrea e stereotipie. I nostri artisti con varie difficolta' nell'area neuropsichica, attraverso la creativita' riescono a 'dar voce' alle loro innate potenzialita' che, allora diventano abilita'". La 'tela' rappresenta lo spazio entro il quale "imparano ad esprimersi senza la paura di essere giudicati.
Imparano a realizzarsi senza lo stress della competizione- prosegue la psicoterapeuta- imparano a modulare la propria emotivita' nei colori, in quello stesso spazio individuale che e' anche il loro universo di liberta', di interpretazione del proprio essere. Una tela in cui imparare ad andare oltre un certo limite, un certo spazio, un certo tempo. Una tela che talora accoglie, rende intellegibile, libera l'emozione che, altrimenti, si troverebbe incastrata in altri canali: somatizzazioni, crisi e stereotipie. Allora il benessere terapeutico e' rappresentato dal processo, dal percorso che da' la possibilita' ad ogni singolo artista di sentire, di appartenere a quella tela che lui stesso modifichera'.
Concludendo- termina Bello- il pensiero di Jung diventa per ogni nostro singolo arista una pragmatica verita': 'Spesso accade che le mani sappiano svelare un segreto attorno a cui l'intelletto si affanna inutilmente'".
(Red/ Dire)