Roma, 24 apr. - "Il nostro SSN, giunto al quarantesimo anno d'eta', mostra i sintomi di quell'invecchiamento precoce, a cui sono soggette le istituzioni a cui sono mancate le dovute attenzioni di aggiornamento. Soprattutto se si tiene conto del cambiamento, demografico, tecnico-scientifico, e socio-economico, che ha investito il nostro Paese. Per le sue caratteristiche di gratuita' e di universalita' e' sempre stato considerato tra i migliori al mondo, ma i fatti raccontati oggi dall'Health Consumer Powerhouse, che valuta i sistemi sanitari in base al mix di dati statistici sanitari ufficiali e il livello di soddisfazione dei cittadini, ci raccontano una situazione ben diversa che pone la Sanita' italiana al 20° posto in Europa, non solo per le differenze regionali, ma anche per liste d'attesa, accesso a nuovi farmaci e consumo antibiotici".
Lo afferma la senatrice Paola Binetti, UDC, che continua: "La cosa preoccupante e' che questi risultati confermano i dati del 2017, rispetto ai quali non e' stato fatto nessun passo avanti. In modo secco il Report afferma che da Roma in giu' la sanita' e' pessima. Lo dimostra, dati alla mano, il nuovo Euro Index Consumer Health 2018 (EHCI) pubblicato dalla Health Consumer Powerhouse che dal 2005 valuta i sistemi sanitari di 35 paesi del continente europeo. Si tratta di un Indice complesso, che tiene conto di 46 indicatori suddivisi in 6 aree: Diritti dei pazienti e informazione, accesso alle cure, risultati trattamenti, gamma servizi, prevenzione e uso di prodotti farmaceutici".
Continua la parlamentare centrista: "Come spesso accade per le ricerche ad elevato grado di attendibilita' statistica il senso comune, la valutazione percepita dai cittadini, aveva gia' ampiamente anticipato questa diffusa insoddisfazione. Ci sono regioni in Italia in cui ammalarsi e' ancora un rischio; la vita media ha un valore inferiore a quella nazionale; e il livello di qualita' dei servizi sanitari e' decisamente inferiore. Il Report 2019 lo conferma, peccato che ce lo avesse gia' detto l'anno scorso e nel frattempo nulla e' stato fatto per cambiare le cose. Ai valori e alla qualita' dei principi espressi dal nostro SSN non corrispondono azioni coerenti e concrete. Concorsopoli in Sanita' e' stata ampiamente denunciata in molte regioni italiane: l'Umbria e' solo l'ultima e conferma come arroganza e prepotenza di un sistema clientelare diffuso non possano garantire ne' competenza professionale del personale ne' qualita' dei servizi sanitari resi ai cittadini".
"L'Euro Index Consumer Health 2018 (EHCI)- conclude Binetti- ci pone per la seconda volta al ventesimo posto, che e' ben al di sotto della media europea ma non dice perche'. Non dice quando si e' persa quell'antica saggezza che impegnava ad agire in scienza e coscienza, mettendo insieme competenza professionale, meritocrazia ed etica pubblica. E drammaticamente scopriamo, una volta di piu', che la politica in questa operazione di degrado e' uno dei complici, alla ricerca di consenso facile e di scorciatoie para-elettorali. Il salto di qualita' a cui il nostro SSN ha diritto deve quindi ripartire dai principi fondamentali esercitando dal Ministero sulle Regioni un ben altro livello di controllo, senza facili giustificazioni e senza compromessi, con un unico obiettivo chiaro: tutelare la salute di tutti i cittadini, sapendo che per noi e' un diritto-dovere e che l'articolo 3 della nostra Costituzione non consente eccezioni e non fa sconti".
(Red/ Dire)