Roma, 3 apr. - Il Consiglio nazionale dell'Ordine degli psicologi (Cnop) e' a lavoro per affermare a livello nazionale il ruolo dello psicologo nell'assistenza alle persone con malattie croniche. "Un italiano su 4 ha un problema di salute di questo tipo, ed e' una grande fetta della popolazione". A farlo sapere, in una videointervista alla Dire, e' David Lazzari, esponente dell'Esecutivo Cnop e presidente dell'Ordine degli psicologi dell'Umbria.
"L'andamento delle malattie croniche, sia dal punto di vista dell'evoluzione della patologia che della qualita' della vita e dei costi economici, e' molto legato a fattori di tipo psicologico. Il sistema di cure e di assistenza deve quindi avvalersi di competenze di tipo psicologico- ribadisce il professore universitario- per poter essere gestito al meglio".
Le malattie croniche non hanno un agente batterico o virale di trasmissione, per cui non c'e' un evento acuto e poi una guarigione. "Parliamo di malattie metaboliche, come il diabete, malattie respiratorie, endocrine, immunitarie, cardiovascolari, molte malattie neurologiche e oggi anche quelle oncologiche sono considerate malattie croniche. Rappresentano l'80% delle patologie con cui, soprattutto nel mondo occidentale- aggiunge Lazzari- oggi ci si confronta rivolgendoci al servizio sanitario".
Il Piano nazionale della cronicita' "prevede la figura dello psicologo e il Cnop sta per pubblicare un quaderno- precisa il presidente degli psicologi dell'Umbria- contenente il documento che abbiamo elaborato sul ruolo dello psicologo in questo campo". Inoltre, "il 7 giugno ci sara' il primo meeting nazionale degli psicologi che lavorano nella cronicita' a Roma, organizzato dal Cnop". Sempre sulla cronicita', il 4 aprile a Perugia si parlera' di psicologia e diabete, "per approfondire il ruolo dello psicologo in questo ambito. Sono occasioni di confronto, collaborazione e lavoro integrato con le altre professioni sanitarie- ricorda l'esponente dell'Esecutivo del Cnop- ma nello stesso tempo approfondiremo anche le competenze, i metodi operativi e i modelli organizzativi che lo psicologo puo' avere in questo settore".
Un altro interlocutore e' il mondo dell'associazionismo, del volontariato, che "da' voce e rappresentanza alle persone con problemi di cronicita'. Noi psicologi, piu' di qualsiasi altro operatore sanitario- conclude Lazzari- dobbiamo essere degli interlocutori per i soggetti che vivono le malattie croniche".
LA DEPRESSIONE INCIDE 4 VOLTE IN PIÙ - "L'incidenza della depressione nelle malattie croniche va dal doppio al quadruplo di quella che e' l'incidenza nella popolazione normale. Con un problema di depressione, o di ansia, abbiamo un decorso della malattia tendenzialmente peggiore". Alcuni studi epidemiologici hanno "esaminato la differenza tra avere il diabete e avere il diabete associato ad un problema di depressione. È emerso che aumenta molto le complicazioni che la malattia da' quando c'e' anche un problema di tipo psicologico. Ogni sistema sanitario- aggiunge Lazzari- deve avere l'obiettivo di prestare molta attenzione a questo tipo di aspetto".
CON DEPRESSIONE AUMENTO COSTI FINO A 300% - "Uno studio condotto dalle compagnie assicurative statunitensi su un campione di 10 milioni di cittadini americani ha stimato che avere un problema di ansia e depressione in costanza di una malattia cronica aumenta i costi dal 60 fino al 300%".
Quando si parla di aumento dei costi non si considerano i costi per curare l'ansia e la depressione. "Sono i costi medici che aumentano- chiarisce lo studioso- perche' le persone con malattie croniche non solo vivono la malattia molto peggio, amplificando spesso i sintomi, ma soffrono uno stress piu' elevato che incide da un punto di vista biologico e fisiologico sul decorso della malattia stessa. Emergono piu' complicanze e si crea la necessita' di un maggior numero di interventi medici che spiega un aumento dei costi che va dal 60 al 300%- conclude Lazzari- in relazione al tipo di patologia".
(Red/ Dire)