Roma, 3 apr. - "Oggi il 40% degli italiani afferma di aver avuto contatti professionali - anche solo di consulenza breve - con uno psicologo, ma in due casi su tre ha dovuto pagarselo di tasca propria. Questo penalizza la prevenzione e chi non puo' permetterselo: occorrono risposte sostenibili ma generalizzabili e appropriate, che valorizzino anche la vocazione degli psicologi al lavoro integrato e d'equipe con i medici e gli altri professionisti". Lo scrive su Quotidiano Sanita' David Lazzari, esponente dell'Esecutivo del Consiglio nazionale dell'Ordine degli Psicologi (Cnop) e presidente dell'Ordine degli psicologi dell'Umbria, per sottolineare la necessita' "della definizione di un protocollo d'intesa per l'avvio di un 'tavolo di confronto permanente' tra la Conferenza delle Regioni e il Consiglio Nazionale dell'Ordine degli psicologi per approfondire il ruolo e la presenza dello psicologo nel sistema salute quale fatto ricco di importanti implicazioni".
Questo perche' nel caso della psicologia c'e' un gap da superare. "Gli psicologi sono significativamente presenti sin dalla costituzione nel Servizio Sanitario- continua Lazzari- ma negli ultimissimi anni ci sono state profonde novita': le attivita' psicologiche sono state considerate importanti dai Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) in considerazione delle nuove evidenze scientifiche e dei bisogni diffusi dei cittadini, il ruolo riconosciuto nel Piano Nazionale della Cronicita', e la professione psicologica ricompresa a tutti gli effetti tra quelle sanitarie con la legge 3/18".
Questo ultima novita' normativa non e' un fatto solo nominalistico o formale, "e' un passo fondamentale per riconoscere che la salute (e la cura) e' fatta non solo di biologia ma anche di psicologia- ribadisce il medico- come da anni afferma l'Organizzazione Mondiale della Sanita'".
"Ora queste novita' devono tradursi sul piano operativo e il ruolo delle Regioni in questa partita e' fondamentale. Il lavoro da fare e' importante perche' sul versante del concreto utilizzo delle professionalita' psicologiche e dei servizi psicologici siamo purtroppo molto indietro- aggiunge Lazzari- non vi e' stata un'adeguata attivita' di benchmarking che abbia consentito di valorizzare e disseminare le buone pratiche esistenti e consolidate. Oggi i cittadini delle diverse regioni (e addirittura delle diverse zone della stessa regione) trovano risposte in campo psicologico molto diverse. Eppure i modelli organizzativi ed operativi per la Psicologia che hanno funzionato e funzionano li abbiamo studiati ed abbiamo dati significativi: si tratta di investire bene i denari dei contribuenti utilizzando le formule piu' razionali e virtuose per dare le migliori risposte possibili ai cittadini e ridurre la frammentazione esistente".
Molti bisogni psichici, prosegue il presidente dell'Ordine degli psicologi dell'Umbria, "sono di interesse pubblico, perche' hanno documentate e importanti ricadute sulla salute (comparsa di malattie e loro andamento, partecipazione alle cure) e le diverse e concrete dimensioni della vita delle persone (qualita' dello sviluppo nei minori, capacita' produttiva, relazioni, partecipazione alla vita sociale). È veramente importante che il lavoro congiunto di Regioni e Ordine- conclude Lazzari- possa dare frutti visibili e verificabili".
(Red/ Dire)